L’energia nucleare non è vista da Goldman Sachs come una tecnologia trasformativa per il futuro

Secondo Goldman Sachs, l’energia nucleare avrà ancora un posto nel futuro, ma non dovrebbe essere considerata una tecnologia “trasformativa”.

Dopo l’ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia, una nuova analisi di Goldman Sachs Investigation ha esaminato se l’Europa possa aumentare la propria indipendenza energetica mantenendo il proprio impegno nella lotta al cambiamento climatico. Michele Della Vigna ha fatto queste osservazioni in risposta al rapporto.

Il rapporto afferma che entro il 2050 saranno necessari investimenti per un totale di 10.000 miliardi di euro, pari a circa 10.23 miliardi di dollari, per quella che viene definita “la trasformazione energetica dell’Europa”. Una riduzione di 10.000 miliardi di euro delle importazioni nette di energia bilancerebbe la situazione.

Secondo Eurostat, nel 2017 la Russia è stata il primo fornitore di gas naturale e petrolio greggio dell’UE. Da quando i Paesi occidentali hanno deciso di imporre pesanti sanzioni al Cremlino in seguito al conflitto in Ucraina, la nazione ha ridotto notevolmente le esportazioni di gas naturale verso l’Europa.

Le discussioni sull’energia nucleare e sul suo posto in Europa sono state portate alla ribalta a seguito di questa situazione, in particolare in Germania, che ha intenzione di chiudere le sue tre centrali nucleari consecutive proprio al culmine di quest’anno.

Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, ha dichiarato questa settimana che continuare a far funzionare le centrali oltre quest’anno “può avere senso”.

Ruolo del nucleare

L’Agenzia Internazionale dell’Energia stima che circa il 10% dell’elettricità mondiale sia prodotta con l’energia nucleare. Secondo l’AIE, nelle economie avanzate il nucleare rappresenta quasi il 20% della transizione.

Secondo l’organizzazione parigina, in alcuni comuni l’energia nucleare “ha difficoltà a competere con soluzioni alternative più economiche e più rapide da installare, come il gas naturale o le moderne energie rinnovabili”, a causa dei suoi alti costi iniziali e dei lunghi tempi di realizzazione.

Questo equilibrio potrebbe essere ristabilito con lo sviluppo di “impianti di nuova generazione” come quelli modulari.