L’editoriale del direttore: le linee programmatiche del Governo? Bene sul Covid

Che l’Italia abbia «adottato le misure più restrittive dell’Occidente» (con pochi risultati) è incontestabile.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Adesso che il nuovo Governo è fatto (e “approvato” dai due rami del Parlamento), è possibile dare un primo giudizio sulle linee programmatiche che il presidente del Consiglio ha presentato alle camere. Dovendo scegliere un tema, tra i tanti toccati dalla Meloni, ce n’è uno che non può che colpire positivamente: la netta presa di distanza rispetto a quanto avvenuto negli ultimi tre anni sul fronte della gestione dell’emergenza Covid.

Che l’Italia abbia «adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente», come riferito in aula dalla neo-premier, è un dato incontrovertibile così come il fatto che i risultati di questa strategia siano stati del tutto fallimentari. E non è una questione di colore politico: scelte assurdamente restrittive sono state adottate tanto dalle autorità centrali quanto da amministrazioni locali di indirizzo differente. L’illogica foga “da sceriffo” con cui governanti e amministratori hanno perseguito la libertà di movimento dei loro cittadini, la vergognosa campagna denigratoria nei confronti di chi osava dissentire dalla linea governativa e la spietata sospensione dal lavoro e dallo stipendio per fasce intere di popolazione renitenti al Green pass si collocano tra le pagine più buie della nostra storia recente. Che il nuovo esecutivo ne abbia preso atto, almeno in parte, è una buona, anzi ottima, notizia. Ora seguano i fatti