Le esportazioni di grano e il raccolto dell’Ucraina devono ancora dimostrare il loro valore – Braun

La quantità di grano che l’Ucraina sarà in grado di esportare nel prossimo anno e l’efficienza di tali spedizioni sono entrambe incognite, ma la speranza è cresciuta con la prima nave di grano che ha lasciato il porto in mare dopo l’invasione della Russia.

Il possibile raccolto è ancora soggetto alle stime dell’industria, anche se ci sono indicazioni, soprattutto da Kiev, che il raccolto di grano potrebbe essere maggiore di quanto inizialmente previsto.

A seguito di un accordo di esportazione del 22 luglio, lunedì una nave che trasportava 26.000 tonnellate di grano ucraino ha lasciato il porto di Odesa sul Mar Nero alla volta del Libano. Il patto, facilitato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia, mira a riaprire i porti marittimi dell’Ucraina, chiusi a fine febbraio.

La durata del programma, che è rinnovabile dopo il periodo iniziale di 120 giorni, è ancora sconosciuta sotto diversi aspetti, il che solleva preoccupazioni. Uno dei principali elementi che potrebbero ostacolare la collaborazione è la proprietà del grano.

Dall’inizio del conflitto, l’Ucraina ha già accusato la Russia di aver rubato il suo grano in diverse occasioni.

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Di recente, è stata avviata un’indagine su una nave che si è fermata in Libano la scorsa settimana e che avrebbe avuto un carico illegale. Mercoledì, le autorità libanesi hanno dato il via libera alla nave.

Non è chiaro se le forze russe prenderanno il controllo del grano trebbiato o immagazzinato nelle regioni dell’Ucraina meridionale in cui sono presenti. Queste regioni sono fortemente popolate da coltivazioni.

Le esportazioni di grano sono importanti per l’economia ucraina, quindi il furto potrebbe irritare Kiev. L’apertura dei porti potrebbe generare 1 miliardo di dollari di entrate in valuta estera, ha dichiarato lunedì il ministro delle infrastrutture ucraino.

L’Ucraina afferma di avere altre 17 navi caricate prima dell’invasione, ma non si sa se il carico sia stato immagazzinato in modo sicuro negli ultimi cinque mesi.

Non è certo se altri cereali conservati nei porti o in altri siti del Paese siano stati compromessi, ma dovrebbe esserci un enorme accumulo di scorte di mais a causa della mancanza di esportazioni nel periodo di picco.

I porti del Mar Nero in genere gestiscono quasi tutte le esportazioni agricole dell’Ucraina, da qui la necessità impellente di far ripartire le attività.

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