Secondo una dichiarazione pubblicata al pubblico e tre fonti, le compagnie petrolifere impegnate in Kurdistan hanno chiesto agli Stati Uniti di contribuire ad allentare le crescenti tensioni tra il governo centrale dell’Iraq e la provincia semi-autonoma.
L’azione è necessaria per mantenere il flusso di petrolio dal nord dell’Iraq alla Turchia, per evitare che quest’ultima debba aumentare le sue importazioni di petrolio dalla Russia e dall’Iran.
Quando a febbraio la corte federale irachena ha dichiarato incostituzionale la legge sul petrolio e sul gas che regola le attività petrolifere nel Kurdistan iracheno, le relazioni tra i due Paesi si sono deteriorate.
Baghdad sostiene che, consentendo le spedizioni del KRG attraverso gli oleodotti fino al terminale turco di Ceyhan, la Turchia ha violato l’accordo ITP.
Secondo il Ministero del Petrolio iracheno, la Camera di Commercio Internazionale intende emettere una sentenza nell’ultima udienza del caso, che si è tenuta a Parigi a luglio.
Barili a rischio
L’interruzione delle spedizioni di petrolio attraverso l’ITP costringerebbe la Turchia ad acquistare più petrolio dall’Iran e dalla Russia, causando il collasso dell’economia della Repubblica Democratica del Congo, si legge nella lettera inviata dalla HKN ai legislatori statunitensi.
L’ITP ha la capacità di far affluire fino a 900.000 barili di greggio al giorno (bpd), ovvero circa l’1% della domanda giornaliera di petrolio globale, da parte del KRG e dell’azienda statale di commercializzazione del petrolio SOMO.
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Nelle lettere si raccomanda una cooperazione ad alto livello con Erbil e Baghdad per proteggere l’economia della Repubblica Democratica del Congo e tenere l’Iran fuori dall’Iraq.
Interesse tiepido degli Stati Uniti
Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato, ha dichiarato il 16 agosto che tra Baghdad ed Erbil esistono disaccordi, ma che gli Stati Uniti dovrebbero promuovere la comunicazione.
Per un briefing sul conflitto ITP a luglio, il Dipartimento di Stato ha invitato lo studio legale americano Vinson & Elkins, che assiste il ministero del petrolio iracheno a Baghdad.
Una persona informata sulla situazione prevede che ci saranno altri due briefing, uno a Baghdad e uno a Washington.
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