Le autorità di tutto il mondo hanno spostato la loro attenzione sulle imprese di fintech e criptovalute e sulle loro attività. L’Autorità fiscale argentina (AFIP) ha recentemente ottenuto una sentenza in questo ambito, che le consente di confiscare i fondi di un conto virtuale in Argentina per pagare gli arretrati fiscali. La mozione, inizialmente respinta da un tribunale prima di essere accolta in una discussione presso la Camera Federale di Mar del Plata, potrebbe essere la prima di numerosi arresti di questo tipo.
L’organizzazione potrà sequestrare l’intera somma dovuta al governo, più il 15% per interessi e spese di servizio. La Camera sostiene che non vi è alcuna giustificazione per non riconoscere questi e i futuri beni mantenuti in un portafoglio virtuale Mercado Pago come una componente dell’eredità del proprietario del conto.
Inoltre, la decisione afferma che “l’espansione dell’azione commerciale e monetaria tramite conti virtuali richiede la necessità di comprendere la legislazione in base alle condizioni attuali” e che queste innovazioni non possono essere utilizzate per facilitare l’elusione fiscale.
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A febbraio, l’organizzazione ha aggiunto questo tipo di conto al suo elenco di beni che possono essere prelevati.
Gli esperti ritengono che gli stessi standard utilizzati per sequestrare i conti virtuali possano essere utilizzati per sequestrare le criptovalute. Secondo Eugenio Bruno, avvocato esperto di cripto e fintech, le criptovalute fungono da conti e depositi di unità di valore e possono anche essere utilizzate per eseguire pagamenti.
A causa delle loro funzioni simili al denaro, possono essere sequestrati. Tuttavia, l’amministrazione di questi beni è definita dalla proprietà delle loro chiavi segrete, il che rende difficile una confisca definitiva.
Tuttavia, quando le organizzazioni non conservano queste chiavi, la validità dei criteri diventa complicata, poiché l’utente potrebbe non rappresentare le chiavi segrete al governo.
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