La resistenza agli antimicrobici è più evoluta di quanto si pensasse, dimostra una nuova scoperta

I ricercatori hanno scoperto un importante meccanismo, precedentemente non identificato, che diversi batteri utilizzano per resistere agli antibiotici.


I ricercatori hanno scoperto un complesso meccanismo che alcuni batteri comuni utilizzano per proteggersi dalla classe di antibiotici rifamicina, presenti in natura e prodotti per il trattamento delle malattie infettive. Lo hanno fatto combinando calcolo e osservazione fisica in laboratorio.


Le rifamicine funzionano attaccandosi alla proteina RNA polimerasi, necessaria per la sopravvivenza dei batteri.


Una proteina prodotta dai batteri resistenti, che sono comuni nell’ambiente e includono alcune infezioni umane, può espellere l’antibiotico dalla RNA polimerasi. Una volta spostata la rifamicina, i batteri la combattono e la eliminano utilizzando proteine particolarmente modificate.


Questa scoperta dimostra che i meccanismi di resistenza antimicrobica (AMR) sono più intricati e altamente evoluti di quanto si pensasse in precedenza.


Wright e i suoi colleghi stanno attualmente cercando nel loro database di decine di migliaia di campioni per determinare se altri batteri utilizzino processi paralleli e se questi indichino eventuali punti deboli che potrebbero essere utilizzati per creare nuovi antibiotici necessari.


In uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Molecular Cell, si parla del loro lavoro. Kalinka Koteva, Matthew Surette e Nicholas Waglechner sono i coautori di Wright.


Wright sostiene che questa scoperta gli ha fatto apprezzare l’adattabilità della natura e ha riacceso l’interesse per la divulgazione di altre strategie impiegate dai batteri per garantire la loro sopravvivenza.


Secondo Wright, il problema della resistenza antimicrobica esiste da molto tempo. “Ogni volta che crediamo di aver risolto tutti i modi in cui i batteri possono resistere agli antibiotici, accade qualcosa di simile per ricordarci che ci sono ancora tecniche che non abbiamo nemmeno considerato”.


Secondo Wright, la resistenza antimicrobica è un rischio sanitario significativo e in espansione a livello mondiale che richiede molta più attenzione e fondi per la ricerca.