Dopo un calo significativo la scorsa settimana, quando il lingotto ha raggiunto il valore più basso dall’aprile 2020, i prezzi dell’oro si mantengono relativamente stabili intorno alla soglia di 1.675. Sebbene la forte inflazione abbia storicamente favorito i prezzi dell’oro, il metallo giallo è in procinto di registrare la sesta perdita mensile consecutiva. Secondo gli ultimi dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI), pubblicati la scorsa settimana, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati dell’8,3% in agosto rispetto all’agosto dell’anno precedente.
Il rialzo dei tassi dei Treasury, nella convinzione che forse la Federal Reserve avrebbe dovuto reagire ai dati dell’IPC, è stata una pessima notizia per l’oro. L’assenza di pagamenti di interessi o dividendi rende l’oro meno attraente per gli investitori quando i tassi d’interesse aumentano, con un conseguente aumento del costo opportunità per chi opera in oro. Il rendimento a 2 anni, particolarmente sensibile ai cambiamenti di politica governativa, è scambiato a meno di cinque punti base dal 4%. Il prezzo dell’oro era di circa 750 dollari.
Mercoledì il Federal Open Market Committee (FOMC) dovrebbe annunciare se aumenterà o meno i tassi di interesse. Un aumento dei tassi di 75 punti base è il risultato più probabile, anche se gli overnight index swap indicano che una mossa di 100 punti base è possibile in circa un caso su cinque. Un altro fattore da tenere in considerazione per i commercianti di metalli preziosi è il riepilogo rivisto delle previsioni economiche (SEP) della Federal Reserve, che include il “diagramma a punti” che mostra dove i membri votanti prevedono i tassi di interesse nei prossimi anni e illustra in dettaglio la posizione della banca centrale sull’inflazione e sul PIL.
I dati COT (Commitments of Traders) della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) relativi al 13 settembre indicano che gli speculatori sull’oro hanno ridotto le scommesse lunghe di 5.314 unità e aumentato quelle corte di 1.708 unità. Da giugno di quest’anno, si tratta del minor numero di posizioni lunghe detenute dagli investitori al dettaglio. Lunedì, la quantità totale di oro detenuta dai fondi negoziati in borsa era scesa a 98,9 milioni di dollari, il livello più basso dal gennaio 2020 e destinato a diminuire per il quinto mese consecutivo.
La mancanza di fiducia dei commercianti di lingotti è problematica poiché i prezzi dell’XAU dipendono fortemente dalle decisioni delle banche centrali di questa settimana, in particolare da quelle del FOMC. Questa settimana sono previsti aumenti dei tassi da parte della Banca Nazionale Svizzera e della Banca d’Inghilterra, non altrettanto significativi ma ribassisti per i prezzi dei metalli preziosi.
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