Nel mondo delle criptovalute, prendere decisioni su quando comprare, mantenere o vendere Bitcoin non è mai facile. Di recente, ho letto un interessante post di un CFA (Chartered Financial Analyst) che spiegava perché aveva deciso di “vendere parte dei suoi Bitcoin”. Sebbene non farò il suo nome per rispetto della privacy, il suo ragionamento merita attenzione, e oggi voglio esplorarlo con voi. La sua esperienza potrebbe offrire spunti utili anche per chi sta vivendo un percorso simile nel mondo delle criptovalute.
La dicotomia tra convinzione e volatilità
Il nostro “anonimo” investitore, che aveva acquistato Bitcoin anni fa, proviene dal mondo della finanza tradizionale, un ambito notoriamente scettico sulle criptovalute. Nonostante questo, ha avuto il coraggio di fare il primo passo nel mondo del Bitcoin, e questo va riconosciuto. All’inizio, aveva un atteggiamento tipico di chi investe nel lungo periodo: “compra e tieni per sempre”. Ha adottato una strategia di acquisto regolare nel tempo, comprando durante i cicli di alti e bassi del mercato, cosa che gli ha permesso di beneficiare della crescita a lungo termine del Bitcoin.
Tuttavia, con il tempo, le sue convinzioni hanno iniziato a vacillare. Ha espresso preoccupazioni riguardo la valutazione del Bitcoin, sostenendo che “non esiste un modo giusto per valutarlo” e parlando di Bitcoin come se fosse creato “dal nulla”. Sebbene sia vero che la valutazione del Bitcoin non sia semplice, esistono comunque dei modelli di riferimento, come il confronto con l’oro, che possono aiutare a comprenderne il valore intrinseco. Seppure non ci sia una risposta perfetta, non bisogna dimenticare che il Bitcoin rappresenta una risorsa finita e decentralizzata, il che lo rende, per molti, un bene prezioso come l’oro.
Ribilanciamento del portafoglio: una scelta responsabile?
Il ribilanciamento del portafoglio è una scelta sensata per chi vuole gestire al meglio i propri investimenti. L’investitore riconosce che con l’aumento della sua posizione in Bitcoin, diventa necessario rivedere il portafoglio per ridurre il rischio di un eventuale crollo del mercato.
Tuttavia, la decisione di vendere una parte dei suoi Bitcoin proprio ora solleva qualche dubbio. La domanda che sorge spontanea è se vendere in questo momento sia una mossa giusta, dato che il mercato è in una fase di crescita.
Se da un lato è vero che il ribilanciamento è fondamentale per mitigare i rischi, dall’altro, vendere Bitcoin in questo stadio potrebbe significare perdere potenziali guadagni futuri. Il Bitcoin tende a muoversi in cicli di alti e bassi, ma la sua traiettoria generale è stata sempre positiva.
Se si vende ora, si rischia di non poter approfittare della prossima grande ondata di crescita. Se, invece, si mantiene la propria posizione, la possibilità di un ulteriore rialzo potrebbe premiare chi ha pazienza.
La volatilità come test della convinzione
Il nocciolo della questione sta nella volatilità del Bitcoin e nella capacità dell’investitore di mantenere la propria convinzione nonostante i cambiamenti nel prezzo. La volatilità, che può sembrare schiacciante in certi momenti, ha un impatto diretto sulla fiducia degli investitori. Quando il prezzo sale in modo repentino, alcuni vedono un’opportunità da non perdere, mentre altri, come nel caso dell’investitore in questione, iniziano a dubitare del valore a lungo termine del bene.
Tuttavia, chi come Michael Saylor considera il Bitcoin il bene più prezioso al mondo, non si lascia influenzare dalla sua volatilità. Saylor e altri investitori di lunga data vedono il Bitcoin come un asset indistruttibile, un bene destinato a crescere costantemente nel tempo. Per chi ha una visione sul lungo periodo, la vendita potrebbe sembrare un errore, soprattutto se il prezzo del Bitcoin continuerà a salire.
E mentre alcuni vendono, altri investitori si preparano ad approfittare delle prossime opportunità. Proprio come è successo recentemente con l’entusiasmo che ha accompagnato la prevendita di Pepe Unchained, spinta da quella che è ormai un’innegabile FOMO, che ha coinvolto sia i trader al dettaglio che i grandi investitori. Nel prossimo paragrafo, esplorerò come questa paura di perdere l’opportunità ha spinto molti a saltare su un nuovo treno in corsa.
FOMO ma non solo: cosa ha permesso a Pepe Unchained di raggiungere i $60 milioni in prevendita
La FOMO (Fear of Missing Out) ha giocato un ruolo cruciale nel successo della prevendita di Pepe Unchained, ma non è l’unica ragione dietro il suo straordinario risultato. Il progetto ha saputo attrarre sia investitori al dettaglio che grandi capitali grazie alla sua proposta innovativa e al potenziale di crescita.
La community di meme coin ha visto in Pepe Unchained una nuova opportunità di guadagno, alimentata da un marketing efficace e dal supporto di influencer del settore. Inoltre, l’emergente ecosistema decentralizzato, con solide basi per lo staking e utility per la creazione di meme coin, ha rafforzato ulteriormente la fiducia degli investitori.
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