Il greggio ha continuato a salire nelle contrattazioni europee grazie all’indebolimento del dollaro, ma è ancora sulla buona strada per il secondo calo settimanale consecutivo. Abbiamo assistito a un aumento delle preoccupazioni per la domanda, a un incremento delle scorte e a un generale irrigidimento da parte delle banche centrali.
Il governo statunitense ha riferito giovedì che le scorte di petrolio sono aumentate di 8,8 milioni rispetto al previsto. Poiché i responsabili politici prevedono un’impennata dei prezzi nel corso dell’anno, rimane la possibilità di un’ulteriore riduzione delle scorte strategiche di petrolio, nonostante l’attuale flessione dei prezzi del petrolio.
Con l’avvicinarsi di un importante raduno del partito comunista, la Cina ha aumentato le sue difese anti-crisi, limitando ulteriormente i movimenti e aumentando le preoccupazioni di una recessione economica. Questo fa seguito al calo delle importazioni e delle esportazioni cinesi registrato all’inizio della settimana.
Le stime del PIL cinese di quest’anno erano già sotto pressione e si prevede che gli ultimi aggiustamenti ridurranno sostanzialmente le proiezioni di crescita. D’altro canto, il calo dei prezzi del petrolio di questa settimana crea un problema all’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), che all’inizio della settimana ha annunciato una riduzione della produzione di 100 mila barili al giorno.
La riduzione ha avuto un effetto limitato sul calo dei prezzi di questa settimana, poiché ha solo invertito il guadagno del mese precedente. Sebbene l’atteggiamento rimanga negativo, ulteriori tagli potrebbero sostenere i prezzi in futuro, dal momento che l’OPEC+ ha indicato il suo obiettivo di mantenere i prezzi del greggio intorno ai 100 dollari.
Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato giovedì che la banca centrale statunitense è impegnata a controllare le pressioni sui prezzi. Allo stesso tempo, la Banca Centrale Europea ha effettuato un massiccio aumento dei tassi d’interesse, anche se l’area rischiava di cadere in recessione a causa dell’aggravarsi della crisi petrolifera. Oggi l’attenzione si sposterà sulla conferenza dei ministri dell’energia a Bruxelles, dove si cercheranno misure per mitigare i danni causati dall’impasse con Mosca.
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