Questa domenica gli elettori di 978 comuni italiani saranno chiamati a votare per le elezioni amministrative. Si tratta di un passaggio delicato e importante, poiché dalle urne (anche dando già per scontata una partecipazione popolare che non sarà certamente quella dei tempi d’oro) non usciranno soltanto indicazioni relative al gradimento delle amministrazioni locali.
Perché, piaccia o meno, questa tornata elettorale sarà un banco di prova importantissimo anche per il Governo in carica. Qualora il voto premiasse in maniera netta il centrodestra o il centrosinistra, infatti, il risultato si trasformerebbe ipso facto in un’indicazione chiarissima su quale delle due componenti dell’eterogenea maggioranza che sostiene l’esecutivo Draghi debba disporre del peso specifico più elevato ai tavoli che contano in questa fine di legislatura.
Un vantaggio non di poco conto in vista delle consultazioni politiche e regionali del 2023. Almeno sulla carta. Perché poi, nei fatti, il premier, favorito anche da un contesto perennemente emergenziale, pare spesso e volentieri andare per la propria strada, infischiandosene di accontentare questo o quel capo-partito. Un segno, questo, dell’inquietante debolezza di una classe politica bravissima a mostrare i muscoli nelle dichiarazioni, ma meno, molto meno, a farlo quando conta davvero…