L’ex co-CEO di Alameda Caroline Ellison riceverà la sentenza il 24 settembre in un’aula di tribunale di New York.
Ellison, ex fidanzata dell’ex CEO di FTX Sam Bankman-Fried, si è dichiarata colpevole nel dicembre 2022 in seguito al crollo dell’exchange di criptovalute, che ha causato la perdita di miliardi di dollari nei confronti dei consumatori.
Le accuse di frode contro Ellison consistono in due capi di imputazione per cospirazione per frode telematica, due capi di imputazione per frode telematica effettiva e un capo di imputazione per cospirazione per riciclaggio di denaro. Questi capi d’accusa comportano una pena massima di 110 anni di carcere, ma saranno probabilmente più clementi per Ellison poiché ha collaborato con i pubblici ministeri.
Altri ex dirigenti di FTX, Gary Wang e Nishad Singh, sono stati anch’essi accusati, ma hanno collaborato con i procuratori. La condanna di Wang è prevista per il 20 novembre, mentre quella di Singh avrà luogo il 30 ottobre. Bankman-Fried è stato condannato a quasi 25 anni di prigione a marzo e gli è stato ordinato di risarcire fino a 11 miliardi di dollari di perdite di investitori e finanziatori.
L’avvocato di Ellison ha chiesto al giudice di censurare alcune informazioni che, a suo dire, avrebbero potuto metterla a rischio.
“Come la Corte sa, la Sig.ra Ellison è stata al centro di un intenso controllo mediatico sin dall’inizio di questo caso, compresi i ripetuti sforzi di Sam Bankman-Fried di divulgare ai media le informazioni private della Sig.ra Ellison“, ha affermato l’avvocato della Ellison. “Poiché gli amici della Sig.ra Ellison non dovrebbero essere soggetti a molestie e controlli perché hanno scritto alla Corte, la Sig.ra Ellison chiede il permesso di censurare i loro nomi e altre informazioni identificative dalla versione pubblicamente depositata delle lettere e dal suo memorandum di condanna“.
L’avvocato di Ellison ha anche chiesto che le informazioni relative alla sua situazione abitativa venissero censurate.
“La Sig.ra Ellison chiede il permesso di censurare informazioni che potrebbero esporla a ulteriori molestie e minacce, tra cui informazioni su dove risiede, sul suo partner e sulle organizzazioni presso cui fa volontariato“.
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