A Ruota libera, l’editoriale del direttore: il nostro cammino? Oggi ricorda un tapis roulant

Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

«Ma dove sta andando il mondo?». Questa domanda, rivolta dal pubblico a uno dei relatori nel corso di una serata che ho recentemente avuto il piacere di moderare, ha fatto capolino nella mia mente quando, navigando tra i portali delle principali agenzie di stampa, lo sguardo mi è caduto sulla notizia di un signore olandese di 37 anni, tal Patrick Peuman, che si sarebbe fatto installare chirurgicamente 32 microchip sottopelle. Chip che, tra le altre cose, gli consentirebbero di effettuare pagamenti semplicemente avvicinando la propria mano a un lettore Pos.

La cosa che mi ha stupito maggiormente, tuttavia, più che il fatto in sé, è il modo in cui questa storia è stata raccontata dai principali organi di informazione: in maniera asettica, sostanzialmente acritica.

Possibile, mi chiedo, che una visione esclusivamente progressiva della storia sia così radicata nella nostra società per cui nessuno (o quasi), trovi spontaneo porsi immediatamente dei quesiti sulle enormi implicazioni di questi passaggi?

Parliamo di emergenze di ogni tipo, ci allarmiamo per qualsiasi cosa eppure non troviamo il tempo di domandarci quale sia la strada che stiamo percorrendo. E, soprattutto, dove essa conduca. Semplicemente la percorriamo, in modo automatico. Come fosse il tapis roulant di un aeroporto. Senza chiederci se, magari, questo non sia diretto verso un burrone.