Il magico richiamo del Wonderbook

Si è provato a resistere. Ci si è detti che era roba da bambini. Si è ingannato il tempo, ma poi la tentazione è stata troppo forte: il prezzo ha cominciato a scendere e alla fine si è ceduto. Al richiamo del “Libro degli incantesimi”. Il “Wonderbook”.
Il videogame Wonderbook
Il videogame Wonderbook

Si è provato a resistere. Ci si è detti che era roba da bambini. Si è ingannato il tempo in altro. Ma poi la tentazione è stata troppo forte: il prezzo ha cominciato a scendere, il richiamo impossibile da ignorare e alla fine si è ceduto.

Questa è (più o meno) la storia di tutti i maggiori di dodici anni che hanno comprato consapevolmente “Il Libro degli Incantesimi”. Attenzione, comprato, non regalato: qui sta l’inghippo.

“Il Libro degli Incantesimi” è un videogioco prodotto dalla SCE London Studio in associazione con J. K. Rowling, che evidentemente non era ancora sazia dal gran cenone a base di Harry Potter. Pubblicato nel novembre 2012, il gioco racconta del duecentenario libro in cui Miranda Gadula (o Goshawk, per gli anglofoni) ha raccolto magie e incantesimi. Il video di presentazione è già di per sé un’esperienza.

Non sarebbe niente di che se non fosse che il controller che si stringe nella mano destra diventa una bacchetta magica (a scelta tra corda di cuore di drago, pima di fenice e qualcos’altro che solo Hogwards poteva partorire) e che l’insulso ammasso di pagine spesse come cartone, pieno di incomprensibili codici e di un orribile tonalità di blu che si ha di fronte prende letteralmente vita.

Il videogioco in questione è il primo Wonderbook uscito (ora in circolazione ce ne sono altri tre). La tecnologia dietro al Wonderbook è quella di un software di realtà aumentata che permette di visualizzare le storie contenute nel libro che si ha davanti. Il tutto supportato dal Playstation Move: una sorta di Wii, però firmata Sony. E forse anche un po’ più emozionante.

Grazie al Playstation Eye (la telecamera che rivela il giocatore, il controller e il libro stesso) il proprio riflesso nella televisione ha tutto un altro fascino.

E così mentre ci si avventura tra i cinque capitoli de “Il Libro degli Incantesimi”, mentre si pronunciano magiche frasi come “Vingardium Leviosa” (una raccomandazione: allungare la “a” di “vingardium” altrimenti il riconoscimento vocale non farà proseguire nel gioco), mentre si agita la bacchetta e mentre ci si interroga sulla correttezza della scelta della casa di appartenenza (chi si iscrive al Grifondoro, non si può negare, abbia una predilezione per il vincere facile), ci si lascia andare in un limbo di realtà virtuale dove è irresistibile cadere.

Il libro ruota, volta pagina e si anima con una precisione disarmante (lo stupore negli occhi al momento della richiesta “fai scorrere l’acqua dalle pagine” è impagabile) e forse per i grandi è ancora più emozionante per quei piccoli che ormai, di tecnologia, ne hanno da insegnare.