Le carte di pagamento senza crisi In Brianza sono aumentate del 50%

A Milano sono spariti quasi due «Pos» su dieci nel corso di un anno e per alcuni è un altro segnale della crisi. Monza, invece, si moltiplicano gli apparecchi utilizzati per pagare con bancomat e carte di credito.
Anche dalla diminuzione  dei «pos» si misura lo stato dell’economia
Anche dalla diminuzione dei «pos» si misura lo stato dell’economia FABRIZIO RADAELLI

Lo stato dell’economia si misura anche dalla presenza dei «pos», le apparecchiature per effettuare pagamenti con bancomat o carte di credito. Secondo una indagine effettuata da Cpp Italia – società del gruppo inglese Cpp specializzata nella protezione delle carte di pagamento – questi apparecchi sono diminuiti del 9% in Lombardia nel corso di un anno, con un vero e proprio crollo a Milano, dove le perdite sono state nell’ordine del 16%. Una spiegazione che secondo gli addetti ai lavori risiede nella crisi che ha portato alla chiusura numerosi esercizi commerciali, oltre alla diffidenza nell’utilizzo degli strumenti alternativi al contante per i pagamenti. A questo proposito va detto che nel 90% dei casi gli italiani pagano in contanti mentre la media europea è del 70%. Ma se a Milano quasi due «Pos» su dieci sono spariti, in provincia di Monza e Brianza succede l’esatto opposto. Con un aumento del 49% nel corso di un anno. Insieme a quella di Sondrio, la provincia brianzola ha occupato i primissimi posti della classifica nazionale per l’aumento più rilevante di point of sale nel corso di un anno.