Aumentano gli artigiani brianzoli con la voglia di fuga all’estero

In estate erano tre su dieci, l’ultima indagine l’Unione Artigiani di Monza e Brianza ha evidenziato la voglia di fuga all’estero per quasi il 10% ra i 300 associati interpellati. La ripresa? Solo nel 2015 e dopo un altro anno nero.
Marco Accornero e Walter Mariani
Marco Accornero e Walter Mariani

Dal 3 all’8,2%. Per quasi un artigiano su dieci la misura è colma e la valigia pronta, al punto di essere tentato di portare attività e know-up all’estero. È il dato che emerge dall’indagine telefonica compiuta dall’Unione Artigiani su 300 associati di Monza e Brianza di tutte le categorie. Effetto forconi, forse. Il 43,33% degli interpellati dichiara che lascerebbe la Brianza se solo ne avesse la possibilità. E la maggioranza (51,35%) è rassegnata a un 2014 di sofferenza se è vero che ritengono il 2015 l’anno dell’agognata ripresa. Molti, anzi, vedono nero per il nuovo anno alle porte al punto che solo il 3,66% pensa di fare meglio mentre il 57,4% ipotizza una diminuzione di fatturato. Ma gli artigiani evidenziano forti perplessità anche sul volano Expo: per il 59,22% «non farà alcuna differenza» mentre uno su quattro confida di fare affari. Più che la crisi, poi, sembra incidere sull’umore nero degli imprenditori il peso fiscale giudicato «insostenibile» dal 72,3%; e le ricadute si avranno anche sull’occupazione: tre su dieci diminuiranno i livelli occupazionali. «Numeri e risultati che fanno riflettere e preoccupare se l’8,42% dei nostri artigiani di dice certo della decisione di emigrare» dice Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani. «Il vento dell’antipolitica cresce – osserva il presidente Walter Mariani – e quasi sei artigiani su dieci puntano il dito contro la politica che non risolve nulla. Occorrono riforme concrete: il 39% di noi invoca una riduzione del cuneo fiscale».