“Paris d’amour” alla Villa reale di Monza: la mostra di Gérard Uféras

Fino al 3 marzo 2019 alla Villa reale di Monza il progetto fotografico di Gérard Uféras “Paris d’amour”: cento foto per raccontare l’amore e la sua dimensione sociale, il matrimonio.
Paris d’amour alla Villa reale di Monza
Paris d’amour alla Villa reale di Monza

Cento fotografie in bianco e nero e a colori per raccontare l’amore, il matrimonio, attraverso i tanti e mescolati volti di chi vive a Parigi. E un documentario per raccontare il making off di un progetto fotografico.

È “Paris d’amour”, Parigi d’amore, a riempire gli spazi del secondo piano nobile della Villa reale di Monza per le festività 2018: sono gli scatti realizzati da Gérard Uféras per una mostra che arriva alla reggia grazie a Nuova Villa reale spa e Photo Op. Inaugurata mercoledì 5 dicembre, la mostra prosegue fino al 3 marzo.

“È una galleria di ritratti di uomini e donne, di individui di culture, religioni e origini diversi, che manifestano il loro sogno d’amore – scrivono gli organizzatori – celebrate sul magico sfondo della città simbolo del romanticismo per eccellenza: Parigi”. Un lungo viaggio da un municipio all’altro della capitale francese, “le cerimonie nuziali sono il rito di passaggio che accomuna tutti, un inno all’amore, il gioioso, toccante filo rosso che corre lungo la città e si esprime nelle persone e nel desiderio di celebrare il loro amore”. Uféras racconta Parigi – la città dell’amore per eccellenza – e la ricchezza della diversità culturale che la fa vivere ogni giorno. Il fotografo eredita e rilancia la tradizione francese che è stata incarnata da nomi come Cartier-Bresson, Brassaï e Willy Ronis, capaci di riportare in pellicola la diffusa umanità della capitale francese.

“La mostra riunisce un centinaio di fotografie scattate in varie fasi di settanta matrimoni religiosi, Pacs e riti laici in oltre due anni di lavoro. I futuri sposi, gli invitati, i parenti, gli amici durante le feste di addii al nubilato e celibato, la preparazione alla cerimonia, il rito, i balli. I momenti ufficiali di cerimonie civili e religiose, e intimi di solitudine, raccoglimento, gioia, emozione”. Il debutto della mostra risale a otto anni fa, il 2010, quando è stata esposta per la prima volta (e nella sua prima selezione di settanta immagini) all’Hôtel de la ville di Parigi, una rassegna creata dal municipio per far raccontare ai fotografi la loro visione della città. Uféras, che aveva esordito in carriera nel 1984 sul quotidiano Libération per poi fondare l’agenzia Vu’, ave realizzato la serie di 170 immagini totali in due anni di lavoro.

«Voglio semplicemente esprimere una convinzione personale e forgiata nel tempo – aveva detto allora il fotografo – e cioè che la vita può e deve essere colta in quanto ha di positivo, nella sua parte di speranza e gioia, nella fiducia verso l’altro: e di questo la fotografia può e deve essere il riflesso». Uféras dimostrava anche allora di essere erede diretto della tradizione umanistica: «Quello che amo nella fotografia è che può essere immersa nella realtà come somma di sogni e immaginari condivisi. La grazie di una buona foto riguarda allo stesso tempo la sua composizione, la sua evidenza e il suo mistero».

Parigino, nato nel 1954, Uféras ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia giovanissimo. Il padre d’altra parte aveva un negozio di elettrodomestici ed elettronica e lì il bambino francese scopre gli apparecchi fotografici con cui inizia a fare scatti. Più tardi avrebbe scoperto Henri Cartier-Bresson, André Kertesz e Willy Ronis, di cui peraltro diventerà amico e che lo spinge a concepire la fotografia come un mezzo per esplorare il mondo anche come strumento artistico.

Il suo lavoro ha già toccato l’Italia: alla fine degli anni Ottanta ha ideato un ampio progetto dedicato a musica e teatro che lo ha portato attraverso il mondo per anni, passando anche il Piccolo Teatro di Giorgio Strehler a Milano. Nel 1990 ha vinto il premio Villa Médicis hors les murs, quindi il British Petroleum Arts Journalism Award di Londra e ancora nel 1996 il World Press Photo.

“Paris D’Amour celebra la diversità di una città e del mondo in cui ognuno è libero di impegnarsi, scegliere, andare verso l’altro qualunque siano le sue origini. La scelta del tema è soprattutto un atto politico: il matrimonio come una parentesi di promesse, una libertà presa (in coscienza) nel corso del tempo che coinvolge coppie di diverse estrazioni religiose, sociali e culturali” sottolineano gli organizzatori.

PARIS D’AMOUR

GÉRARD UFÉRAS

Fino al 3 marzo
Villa reale di Monza
Viale Brianza

Orari: da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Lunedì chiuso.

Aperture straordinarie
: 8 dicembre, Santo Stefano, Capodanno, Epifania.

Biglietti
: intero 12 euro, ridotto 10 euro (over 65, insegnanti, under 25, tesserati Fai, Arci, Aci, Touring Club, Bnl dipendenti, associati Assolombarda Confindustria.
Ridotto
speciale: 5 euro per i bambini dai 6 ai 17 anni. Disponibili promozioni famiglia.