Musica, il primo cd in Sistina (nato da un’idea brianzola) e il disco con Papa Francesco

La Cappella Sistina come studio di registrazione. E al centro della scena anche un brianzolo, il seregnese Mirko Gratton. È nato così il cd “Cantate Domino” col coro dei pontefici. E a fine anno un disco dal vivo con intervento di Papa Francesco.
Il coro della Cappella Sistina
Il coro della Cappella Sistina

La Cappella Sistina come studio di registrazione, per dar vita a un evento che non ha precedenti. Nella storia della Chiesa e nella storia della musica. Al centro della scena anche un brianzolo, il seregnese Mirko Gratton, 53enne direttore della divisione Classica e Jazz Universal Italia, che ha Deutsche Grammophon come etichetta discografica. Praticamente la storia della discografia classica mondiale.
Gratton è tra gli artefici del progetto che ha avuto il via libera da Papa Francesco e che ha portato alla realizzazione, con il Coro della Cappella Sistina, di un cd unico al mondo, uscito in questi giorni. “Cantate Domino” è il primo cd inciso nella Sistina dal coro omonimo; di fatto il coro personale dei pontefici, delle loro celebrazioni liturgiche, diretto dal 2010 da monsignor Massimo Palombella.

Produzioni preziose del repertorio gregoriano e polifonico, selezionate tra le musiche più celebri eseguite per i Papi, con la possibilità di ascoltare composizioni scritte negli ultimi cinque secoli con l’acustica originariamente prevista dagli autori; quella per la Sistina, appunto.

Nel cd anche la presenza di alcune prime mondiali: il “Nunc dimittis” di Palestrina e la versione originale del “Miserere” di Allegri, eseguita secondo il codice sistino del 1661.

«Si tratta probabilmente della stessa versione che lasciò estasiato, due secoli e mezzo fa, Wolfgang Amadeus Mozart. – sottolinea Gratton con l’emozionata competenza di chi ama oltre misura la musica e la sua professione – Si narra che Mozart, appena uscito dalla Sistina dopo averlo ascoltato, per non dimenticarlo lo trascrisse subito a memoria su un foglio di fortuna».

«Togliere il vecchio, per ritornare all’antico e smettere di considerare come antico ciò che invece è ormai decaduto. Insomma, togliere l’adorazione delle ceneri ma conservarne il fuoco».
Cita Gustav Mahler, non a caso, monsignor Palombella, nel parlare dell’evoluzione recente di una delle più antiche istituzioni della Chiesa, la più remota istituzione corale del mondo. Quel Coro della Sistina che lui, torinese di formazione salesiana, dirige da cinque anni. Evoluzione, da lui fortemente voluta, che nel 2014 ha condotto all’incisione di “Habemus Papam”, musiche dal conclave di Papa Francesco, sempre con Deutsche Grammophon. Ora da tale collaborazione ha preso forma l’assoluta novità mondiale.

«Il progetto realizza una cosa più unica che rara – spiega il direttore del Coro – La musica scritta per la Sistina eseguita nel luogo per cui è stata pensata. C’è una pertinenza filologia di eccezionale valore in tale registrazione. Altro aspetto è legato alla collaborazione con Deutsche Grammophon, realtà di altissimo livello: un’unione che è il frutto del chiaro intendimento portato avanti in questi anni nel voler professionalizzare il Coro. Con il mio arrivo, si è passati da prove che avvenivano 2/3 volte alla settimana per circa un’ora a prove di tre ore tutti i giorni, perché questo è un lavoro e deve essere inteso come tale. Non è stato un percorso facile».

Dunque è una collaborazione di lungo periodo quella che ha preso il via con Deutsche Grammophon?

«Il nostro lavoro è prima di tutto rispondere a un mandato ecclesiale che è l’evangelizzazione attraverso la musica. E dobbiamo avere un’alta preparazione per esserne all’altezza. Quindi la collaborazione con Deutsche Grammophon non è il fine, bensì la conseguenza del cambio di rotta del Coro, verso ambiti di alta professionalità. L’attività concertistica in tutto il mondo persegue lo stesso fine anche in prospettiva ecumenica».

Papa Francesco ama la musica. Voi siete, diciamo così, il suo coro personale. Le hai mai fatto specifiche richieste sulle esecuzioni? Com’è il suo rapporto con il Pontefice?
«Sono diventato direttore con Papa Ratzinger, esperto e appassionato di musica. C’è in questo una forte continuità tra Papa Benedetto e Papa Francesco, che non è certo indifferente alla musica. Anzi, ne è un alto intenditore. Di fatto è lui ad aver autorizzato la realizzazione del primo cd. Ho voluto facilitare con la mia direzione molti scambi culturali con cori di varie nazionalità. Ogni volta che ospitiamo un coro in arrivo dall’estero, Papa Francesco non manca mai di incontrarlo. La Chiesa deve essere un’istituzione accessibile, avere un ruolo inclusivo, non esclusivo. E in questo Bergoglio ci indica la strada».

Il Coro è composto da 20 cantori adulti, laici, e da 35 voci bianche. Come vengono scelti gli adulti? C’è qualche cantore dalla Brianza?
«Ho introdotto per la selezione un concorso con un bando internazionale, con diverse prove obbligatorie. Nel coro ci sono persone da tutto il mondo. Un inglese in arrivo dall’abbazia di Westminster, ad esempio, che ho voluto anche per l’anno della Misericordia, e un venezuelano, un polacco, un peruviano… Deve essere necessariamente una realtà internazionale per essere immagine concreta della Chiesa. Allora diciamo che, in tale direzione, nel forte e necessario impegno di tante ore instancabili di lavoro, c’è qualcosa di brianzolo».

E i Pueri cantores?
«Abbiamo la fortuna di avere i bambini, che danno una pertinenza filologica unica nella musica rinascimentale. Ogni anno facciamo audizioni a circa 700 bambini da parrocchie e scuole elementari di Roma e ne scegliamo solo 12. I ragazzi vivono come piccoli professionisti frequentando una scuola elementare e media paritaria annessa alla Sistina dove, attraverso la sana disciplina della musica, imparano un raffinato metodo di studio che rimarrà loro per tutta la vita».

«Siamo stati accolti in luoghi impensabili, da sempre inaccessibili. I nostri tecnici, di fatto, si preparavano nelle stanze destinate ai pontefici».
L’emozione di Mirko Gratton, che ha fortemente creduto in questo progetto, è palpabile. L’aver lavorato per giorni interi in Sistina, per la registrazione, è un privilegio unico. Così come aver incontrato Papa Francesco per la consegna del cd in anteprima: un pontefice competente estimatore di musica.
«Gli ho donato anche un cofanetto di musica bachiana con incisioni di Karl Richter, e il suo volto si è illuminato, compiaciuto, segno della sua alta competenza musicale».
A colpire il seregnese, il saluto finale di Papa Francesco che ha chiesto di “pregare per lui” come in chiusura udienze e Angelus.

E la collaborazione col Vaticano e il coro non si ferma qui per il brianzolo: «A fine 2015 ci sarà un disco dal vivo con musiche natalizie, con un intervento vocale di Papa Francesco».