Monza: Gioele Dix al teatro Manzoni con l’incanto del mondo di Buzzati

A 50 anni dalla morte dalla scrittore Gioele Dix porta a Monza, al teatro Manzoni, uno spettacolo costruito sull’immaginario e le storie di Dino Buzzati. Le sue parole per il Cittadino.
Gioele Dix al Manzoni di Monza
Gioele Dix al Manzoni di Monza Laila Pozzo

C’era una volta una contessa che contessa non era. E c’era anche uno scrittore piuttosto sprezzante. Poi c’erano un avvocato capriccioso, un prof rancoroso, un contadino gradasso, uno spaccone da bar. E poi c’era anche un sindaco, ma questa è una sorpresa.

Avevano tutti una cosa in comune: cedevano alla vanità, una costante di gravitazione universale dell’uomo. E si trovavano a correre dietro il vento. «Che è un’idea che rappresenta l’umanità: da una parte una forza che non controlliamo, che ci trascina. E d’altra una forza dinamica che ci appartiene, che governiamo» e che sono i poli di qualsiasi esistenza: è questa immagine che ha spinto Gioele Dix a scegliere “La corsa dietro il vento”, uno dei “Sessanta racconti” di Dino Buzzati, come titolo per il nuovo spettacolo scritto (a metà) e diretto dall’attore milanese, in scena dal 25 al 27 febbraio al teatro Manzoni di Monza.

Un testo che si spiega nel sottotitolo: “Dino Buzzati o l’incanto del mondo”, cioè un viaggio nell’immaginario dello scrittore scomparso esattamente mezzo secolo fa. «E le cui storie sono state una delle mie prime letture, ancora ragazzo. L’ho scoperto grazie a un amico ed entrambi amavamo quei racconti in cui c’era sempre qualcosa di fantastico, di ineffabile, una voce che poi più tardi ho scoperto appartenermi». E, aggiunge Dix, uno scrittore che passava dalla cronaca come giornalista alla fantasia delle storie sapendo coglierne la differenza, «nutrendosi di vita». Dix ha dato voce alle pagine di Buzzati anche per Audible (gli audiolibri di Amazon), ma soprattutto ha incontrato la vedova dello scrittore una manciata di anni fa, in una delle serate letterarie monografiche del Teatro Parenti di Milano. «È stata una sorpresa ed è stata una grandissima gioia conoscerla. Mi ha detto: lei ha la voce di Buzzati. E intendeva la voce interiore».

Lo spettacolo è nato con una progressiva selezione di testi e racconti nella sterminata produzione buzzatiana, «scremando passo dopo passo» fino a individuare le narrazioni più adatte alla scena. «La letteratura che diventa teatro, sì: lo fa in tanti modi. Ma qui si tratta di dare corpo alle parole e in questo caso il teatro dimostra la sua magia, credo, perché permette di scoprire segreti nei personaggi che la sola lettura non mi aveva fatto notare». Cita Carver e il Totò di ’a livella, cita il Qoelet, Gioele Dix, per spiegare i tanti riferimenti ed elementi che ritrova nelle pagine di Buzzati e che costituiscono anche un terreno di incontro tra lo scrittore e lui. «Che per esempio è anche tutta l’ironia che si trova nelle sue storie e che mi appartiene, anche se per molti è ricordato soprattutto per il mistero». Lo spettacolo sta macinando alcune date prima del debutto ufficiale al Parenti, diventata negli anni la casa di Dix, aprendo poi la turnè.

Intanto il Manzoni di Monza in tre repliche: venerdì e sabato alle 21, domenica alle 16 (biglietti al botteghino di via Manzoni 23 oppure da teatromanzonimonza.it, 039.386500 oppure info@teatromanzonimonza.it). Con l’attore, in scena, Valentina Cardinali per passeggiare in “un variegato mosaico di personaggi e vicende umane, strabilianti e comuni al tempo stesso, nelle quali ogni spettatrice e spettatore potrà ritrovare tracce di sé: relazioni, esperienze, sentimenti, sogni e fantasie, anche le più segrete e inconfessabili”. Con la garanzia di una risata intelligente.