Monza e l’arte: l’eredità della Biennale giovani in un catalogo digitale

Sono quasi sessanta le opere entrate nel patrimonio delle collezioni civiche di Monza grazie ai premi acquisto della Biennale giovani d’arte: a poche settimane dall’edizione 2021, un catalogo digitale le racconta.
Agnes Prammer, Antipodes - Vienna 2012, Due ferrotipie 14 x 10,5 cm ciascuna, edizione unica: acquisita del 2013
Agnes Prammer, Antipodes – Vienna 2012, Due ferrotipie 14 x 10,5 cm ciascuna, edizione unica: acquisita del 2013

La stessa formula delle ultime due edizioni, la continuità per il coordinamento artistico, una nuova e prestigiosa sede espositiva, un progetto che da ormai quasi vent’anni – cambiando come è necessario cambiare – resta fedele a se stesso: cercare (ogni due anni) di tracciare una linea per capire traiettorie e percorsi dell’arte più-che-contemporanea, cioè le nuove generazioni dell’espressione artistica.

In sintesi: la Biennale Giovani di Monza, che alla fine del mese si presenterà al pubblico occupando uno spazio fondamentale del sistema Villa Reale, cioè il Belvedere, l’unico contaminato da elementi nuovi così come definito dal progetto di recupero dell’architetto Michele De Lucci. A tirare le fila il comitato sotto la regia del Comune di Monza che traccia l’eredità del Premio cittadino riportato in vita grazie al Rotary club Monza a partire dal nuovo millennio. Le date sono quelle comprese tra il 25 settembre e il 12 dicembre, quando le opere prenderanno casa all’ultimo piano della Villa Reale e, alcune di loro, attraverso i premi acquisto, entreranno a fare parte delle collezioni civiche monzesi: il Cittadino, come sempre, è media partner del fondamentale appuntamento culturale della città.

Monza e l’arte: l’eredità della Biennale giovani in un catalogo digitale
Saba Masoumian, Natura morta – 2014, Tecnica mista, 128 × 38 × 37 cm: acquisita nel 2015

Che, con tante novità nella faretra – e la freccia innovativa di una speciale commistione con il mondo della musica, complici Roberto Favaro, Giovanni Verrando, la Civica Scuola Claudio Abbado e il Premio Rina Sala Gallo – inizia a cercare di fare sintesi di sé: nelle scorse settimane la Biennale (biennalegiovanimonza.it) ha pubblicato il catalogo digitale di tutte le (quasi) sessanta opere che a partire dal 2005, la data di (ri)nascita del Premio Città di Monza, sono entrate a fare parte del patrimonio pubblico grazie alla Biennale Giovani.

QUI il catalogo digitale delle opere

Sono ormai otto le edizioni che hanno permesso di arricchire le collezioni – con alcune opere che in mondo permanente arricchiscono l’ingresso dei Musei civici di Monza, nella prima sala. Fino al 2015 la formula è stata quella dettata da Ermanno Krumm: cinque professionisti dell’arte che selezionano ciascuno sei artisti. Il modello è stato tradotto in sei edizioni della Biennale fino al 2017 (e così nel 2019) quando al posto dei cinque curatori o direttori museali sono state invitate una serie di accademie d’arte italiane (pubbliche o private) per selezionare al loro interno le nuove promesse del panorama artistico italiano.

La stessa chimica che verrà adottata per l’edizione 2021 che mantiene lo slittamento temporale del 2019 (dalla primavera-estate all’autunno-inverno) ma cambia sede salendo all’ultimo piano della Reggia. I protagonisti saranno giovani artisti delle accademie Carrara di Bergamo, di Bologna e Firenze, della Ligustica di Genova, di L’Aquila, Brera e Naba di Milano, Ravenna, Albertina di Torino, Venezia e, da quest’anno, dallo Ied milanese, con Mrs Atlas & the Collective.

Monza e l’arte: l’eredità della Biennale giovani in un catalogo digitale
Saba Masoumian, Natura morta – 2014, Tecnica mista, 128 × 38 × 37 cm: acquisita nel 2015