“La ventura” a Monza: la patchanka di Manu Chao arriva all’autodromo

Sabato 20 giugno all’autodromo di Monza la prima tappa del tour italiano di Manu Chao. Biglietti in vendita a 15 euro oltre prevendita.
Manu Chao
Manu Chao internet

La patchanka torna in Italia e lo fa a partire dall’autodromo nazionale di Monza. Perché non è bastato il Brianza rock festival andato in scena per due dei tre giorni previsti nello scorso fine settimana, il carnet della musica live di Monza, per questo scorcio di giugno, porta un nome internazionale alle spalle dei paddock del circuito: è Manu Chao il protagonista del concerto in programma sabato, 20 giugno.

Anche questa volta, come il Brianza rock festival che ha messo sul palco Subsonica, Bluvertigo e tanti altri, prezzi popolari: 15 euro e 2,25 di prevendita sui maggiori circuiti online. Il programma della giornata prevede l’apertura delle porte alle 14 (ingresso da porta Vedano) per iniziare con la musica degli ospiti alle 18, fino alle 21, quando toccherà all’ex fondatore della Mano negra. Manu Chao e l’organizzazione Boavida dopo l’apertura del piccolo tour italiano di Monza ha messo in fila altre cinque date, ma intanto è da qui che il francese di origine spagnola.

Sono tappe del tour “La ventura” che passerà in Europa da Germania, Spagna e Polonia e che arriva dopo il viaggio di Manu Chao in Sudamerica, fino in Colombia, dove ha tenuto un concerto a sostegno del progetto Ama-Zonas in difesa della foresta amazzonica e dei rischi che corre per lo sfruttamento selvaggio delle sue risorse naturali.A Monza con lui ci saranno Jean Michel Gambeat al basso, alla chitarra Madjid Fahem e alla batteria Philippe Teboul.

https://www.youtube.com/watch?v=AZ7oROlf5ys

Teboul suona con Manu dagli esordi dei Mano Negra, la formazione che insieme a Les Negresses vertes ha profondamente caratterizzato la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta in quel particolare miscelatore di culture e suoni e idee che è stata la Parigi dell’epoca Mitterand, con il ministro Jack Lang, quando la nazione sostenne apertamente tutte le forme di espressione culturale incluse quelle più popolari. La Mano Negra incarnava alla perfezione quella prospettiva di una società a mille facce, con l’ideazione della patchanka, una fusione di stili musicali e di lingue, di cui erano stati precursori i Clash di Sandinista. Dentro la patchanka dei Mano Negra (titolo del primo album del gruppo nel 1988) c’erano spagnolo, francese, portoghese e inglese intessuti di ritmi caraibici, di punk e di rock, raggae e ska, flamenco e tutto quello che poteva passare o meno su uno spartito. La parabola della Mano Negra sarebbe durata la parabola di un decennio lasciandosi alle spalle pezzi come Mala vida, King of bongo, Salga la luna e La ventura, Paris la nuit.

Quando l’esperienza della Mano Negra si dissolve per la scomparsa “delle motivazioni originarie” (parole di Manu Chao), il musicista si prende tre anni per girare in America latina e scoprire quell’altro mondo di cui aveva suonato e cantato la musica. Allo scadere dei tre anni, nel 1998, si ripresenta sulla scena musicale con un successo internazionale: l’album “Clandestino” da cui esce l’omonimo singolo che attraversa per mesi le radio di tutto il mondo. Da allora sono passati altri cinque album, di cui uno live, l’ultimo: è del 2009. Sei anni dopo eccolo qui, a Monza.

https://www.youtube.com/watch?v=9jumW89VSq8