Gli ex studenti Fabbro e Viganò presentano un lungometraggio al Modigliani di Giussano

Il film, dal titolo "The Grand Bolero", debutterà nella sale venerdì 28 ottobre. Tra l'altro, è in corsa per i premi David di Donatello 2023
Un momento della presentazione, con Viganò e Fabbro

Un lungometraggio arrangiato in pieno lockdown, con tutte le restrizioni che ne conseguono, ma che proprio dei limiti dettati dalla pandemia di Covid-19 ha fatto i suoi punti di forza. Si intitola “The Grand Bolero” ed è in concorso per i David di Donatello 2023. La mente ideatrice del progetto è un ex studente dell’indirizzo multimediale del liceo artistico statale Amedeo Modigliani di Giussano, al suo primo esordio nella regia: Gabriele Fabbro. Ma tra la troupe del film, composta da sole otto persone, c’è anche un’altra ex studentessa del Modigliani, Serena Viganò, che ha curato la scenografia, i costumi e il trucco.

Liceo Modigliani: “The Grand Bolero” presentato in sede

Una delle immagini scattate a ricordo dell’iniziativa

Dopo la presentazione in diversi festival internazionali, tra cui l’Austin Film Festival, e la prima nelle sale cinematografiche avvenuta venerdì 21 ottobre al CytyLife Anteo di Milano, i due ex studenti giussanesi, martedì 25 ottobre, hanno fatto ritorno tra i banchi del Modigliani per raccontare agli attuali studenti com’è nato e si è articolato il loro progetto. Un lungometraggio low budget, ambientato in una sola location e girato in pieno lockdown in quattro location tra Lodi, Bergamo e Milano, e incentrato sulla storia di soli quattro personaggi, di cui due di ruolo secondario. “The Grand Bolero” è una storia di forti ossessioni, imperniato su Roxanne (interpretata dall’attrice Lidia Vitale), una rude restauratrice di organi a canne di mezza età, che cerca di reprimere la sua attrazione ossessiva verso Lucia (Ludovica Mancini), la sua nuova giovane assistente muta.

Liceo Modigliani: il film dà voce alla paura del contatto

La sala dove si è svolta la presentazione, gremita

Il film dà voce alla paura del contatto che tutti hanno sperimentato, in un modo o nell’altro, durante la pandemia. «È un thriller romantico bilingue ambientato in una chiesa, in una città non precisata, del nord Italia, durante il lockdown da Covid-19. La maggior parte della sceneggiatura e del parlato è in inglese, per una precisa scelta di marketing. Il nostro obiettivo era portarlo fuori dall’Italia. E forse ci stiamo riuscendo. Abbiamo avuto un grande riscontro nei festival stranieri», ha raccontato Viganò. «Girarlo nel lockdown è stata una grande sfida, proprio per la complessità di trovare location e attrezzature di scena nei mesi in cui l’Italia era completamente bloccata. Ci abbiamo messo circa una trentina di giorni. Poi è seguita la fase di montaggio, curata sempre dal registra Fabbro, durata circa un anno. Ma la pandemia ha giocato anche a nostro favore. Ne è uscito un lungometraggio che ha come punto di forza proprio l’inevitabile carenza di oggetti di scena e risorse dettata dal periodo in cui è stato girato», ha aggiunto. Il film si ispira a “La finestra sul cortile“, capolavoro della storia del cinema di Alfred Hitchcock, ambientato in un’unica stanza. «Anche la scelta delle inquadrature si ispira ad Hitchcock», ha sottolineato la scenografa.

Liceo Modigliani: il debutto nelle sale venerdì 28 ottobre

Un’altra foto a ricordo dell’appuntamento


The Grand Bolero” debutterà nelle sale cinematografiche di tutta Italia venerdì 28 ottobre. «Attendiamo con palpitazione il riscontro del pubblico e intanto continuiamo a sognare in grande, sperando nella selezione tra i premi David di Donatello», ha concluso Viganò.