Carate Brianza saluta l’artista Lorenzo Piemonti, protagonista del Madì

Ha portato le sue opere per il mondo, ma non ha mai lasciato la Carate dove era nato nel 1935. Quella Carate Brianza che oggi piange la scomparsa dell’artista Lorenzo Piemonti, morto la scorsa settimana.
Carate Brianza, Lorenzo Piemonti
Carate Brianza, Lorenzo Piemonti Alessandra Botto Rossa

Ha portato le sue opere per il mondo, ma non ha mai lasciato la Carate dove era nato nel 1935. Quella Carate Brianza che oggi ne piange la scomparsa gonfia di riconoscenza e orgoglio per l’onore che la sua attività artistica le conferiva. Lorenzo Piemonti i è spento la scorsa settimana, l’1 ottobre, all’hospice degli Istituti clinici Zucchi dove era ricoverato.

Aveva festeggiato gli ottanta anni, più di sessanta dei quali nell’arte, lo scorso 26 aprile, ricevendo auguri di buon compleanno da ogni angolo del mondo nella sua bella casa di ringhiera in via Zappelli, dove viveva con la moglie Francesca e dove ogni giorno si dedicava almeno otto ore alla scultura e alla pittura.
«L’arte è la mia ragione di vita – diceva proprio in quel giorno con l’entusiasmo da ragazzino che non lo aveva mai abbandonato – Vivendo in un mondo difficile, cattivo e brutto con le mie opere perfette mi obbligo a essere preciso e ordinato».

Al suo entusiasmo da ragazzino va anche il pensiero dell’assessore alla Cultura, Beatrice Rigamonti: «Con la scomparsa del maestro Piemonti Carate perde un importante patrimonio di creatività artistica. Perde uno sperimentatore di un’innovazione continua, un appassionato artista che ha saputo tradurre e risolvere in armonia il binomio ragione e passione, attraverso forme pure e geometriche, usando i colori primari e dominando la vitalità dell’acciaio e del bronzo. Durante questi primi due anni dell’amministrazione Paoletti, il maestro ha spesso partecipato alle iniziative dell’assessorato alla Cultura, con la capacità e la voglia, ancora, di confrontarsi, di incontrare, di sentirsi riconosciuto e stimato tra le strade del paese in cui aveva scelto di continuare a vivere, nonostante i numerosi successi anche internazionali e l’attenzione sempre favorevole della critica».

Nel 1990 Piemonti è stato tra i promotori italiani del Madì, movimento artistico (il nome deriva dalla contrazione di materialismo dialettico), nato nel 1946 in Argentina e basato su una concezione pittorica incentrata sul rigore logico e matematico e dedita alla continua reinvenzione delle leggi matematico-geometriche.

Formato in Brianza, Piemonti ha approfondito i suoi studi in Svizzera, dove ha vissuto dal 1965 al 1975 e dove, come scultore, ha realizzato modelli utilizzati da stilisti come Yves Saint Laurent e Armani, e come pittore ha abbandonato il figurativo per evolvere verso un’arte concreta, caratterizzata da elementi geometrici, linee ortogonali e colori primari.