Arte e narrativa: un premio nel nome di Carlo Vittone

Aperto il bando della prima edizione del concorso in memoria del docente monzese scomparso nel 2013, Carlo Vittone. Due sezioni previste, il tema è il ruolo dell’insegnante come “maestro di vita, maestro di sapere”. Iscrizioni entro la fine di febbraio.
Carlo Vittone con i libri pubblicati dalla sua casa editrice
Carlo Vittone con i libri pubblicati dalla sua casa editrice

“L’insegnante. Maestro di vita, maestro di sapere.” Perché di questo si parla: di un insegnante, ma di quelli che non si accontentano della routine della scuola. Per i tanti passati davanti alla sua cattedra, sarebbe meglio dire “l’insegnante”. Lui è Carlo Vittone, il docente e intellettuale monzese scomparso nel mese di luglio del 2013 nella sua casa. In suo nome, ora, un concorso letterario e artistico alla prima edizione.

Non aveva nemmeno sessant’anni. Un malore improvviso che ha lasciato dietro di sé un vuoto importante: quello che di chi aveva trascorso la vita a parlare ai ragazzi, a raccontare storie, quella di Monza soprattutto, anche attraverso la piccola casa editrice che negli anni aveva parlato della città che lo aveva adottato. Non era monzese, Vittone, non per nascita perlomeno: la sua prima città era stata Roma, dov’era nato nel 1955. Ma era stata presto la Brianza: nel 1974 si era diplomato al liceo Frisi, poi aveva scelto la Normale di Pisa per laurearsi in filosofia, quindi era diventato insegnante all’Isa, l’Istituto d’arte, per quasi trent’anni. La politica, le scelte spiazzanti, quel ruolo da assessori nella giunta leghista di Moltifiori. Sarebbe questo, per tracciarne una biografica sintetica, Carlo Vittone: ma era molto di più. Come sanno gli amici, gli ex studenti e le persone che hanno deciso di dare vita al Comitato che porta il suo nome e che ora ha aperto il primo premio in sua memoria.

Arti visive e narrativa: di questo si occupa il concorso che gode del patrocinio del Comune di Monza. Presidente del Comitato Vittone è Eva Giori, compagna di vita dell’insegnante ed editore che «ha condiviso con Carlo le passioni, gli interessi, oltre ai numerosi progetti ed iniziative, sia private che pubbliche, coadiuvandolo soprattutto nella gestione commerciale della piccola casa editrice», si legge nella presentazione.

«Quello che abbiamo deciso di sottolineare nella prima edizione è proprio il suo modo di intendere l’insegnamento – racconta la stessa Eva Giori – Perché lui è sì un docente dell’istituto d’arte, ma non ha mai pensato al suo lavoro come “andare in classe e tornare” a casa. Aveva cura della sua professione, si interessava dei ragazzi, cercava di capire quando, le cose non andavano, perché non andavano. Cercando spesso di sorprenderli. Una volta è entrato in classe, ha indicato due studenti e ha detto: tu e tu, fuori. Loro hanno protestato di non avere ancora fatto nulla. E lui ha risposto: non ancora, ma so che lo farete. Era fatto così», un insegnante in contropiede, che sapeva per questo creare rapporti non omologati con i ragazzi. Anche a costo di risultare antipatico, per qualcuno.

Non certo all’ex studente che sulle pagine del sito a lui dedicato dal Comitato (carlovittone.it), ricorda un incontro scolastico volante: «Un giorno camminando per i corridoi incrocio il Vittone che mi ferma dicendomi: se leggo ancora errori ortografici su Facebook ti tolgo l’amicizia». Oppure il collega di scuola che ricorda come nelle gite capitava che lui sparisse per un’ora o due, «perché “doveva” vedere qualcosa che non interessava gli studenti». È anche quello che ricorda Eva Giori: la sua inesauribile fame di conoscenza, quella che per lui era la cultura, «quel sapere un po’ di tutto, non necessariamente tutto di qualcosa».

«Lui ha sempre voluto conoscere tutto quello che lo circondava ed è forse uno dei più importanti ricordi che ho di lui – aggiunge – Era per questo una persona di estrema versatilità. E poi la sua allegria, con me. Anche dopo avere scoperto la sua malattia, la sua passione per il sapere e il suo interesse non li ha persi». Non li ha persi soprattutto per Monza, una città che amava e alla quale aveva dedicato molte delle scelte della sua casa editrice, incluso “L’ondata gloriosa d’assalto – Storia del Monumento ai Caduti della Città di Monza”, per il quale, ricorda la compagna, aveva persino voluto parlare con chi conosce le tecniche di fusione per capire com’era stato realizzato. «Era fatto così, sapeva apprezzare le conoscenza da qualunque parte arrivassero, riconoscendo i meriti a chi li aveva».

Anche il premio che porta il suo nome ora vuole riconoscere i meriti a chi li ha. A chiunque sappiano raccontare in un testo che cosa sia davvero un insegnante. E a chiunque sappia farlo attraverso l’arte. «Abbiamo deciso per la prima edizione di rivolgerci direttamente ai ragazzi che studiano arte, come quelli dell’Isa in cui ha lavorato»: un modo per sottolineare una volta di più il suo legame a un’idea di insegnamento.

La giuria è ancora in via di definizione, sarà resa nota a breve. A sceglierla, ovviamente, il Comitato, che oltre alla presidenza di Eva Giori conta su Antonio Cornacchia con vicepresidente (art director e designer, è direttore della rivista online Vorrei.org), poi Paolo Paleari nel ruolo di segretario e Valeria Dolino in quello di tesoriere, oltre a Felice Camesasca come consigliere e Rosario Montalbano – ora assessore all’istruzione del Comune di Monza – come socio fondatore.

Due possibilità, arte o scrittura. Nel primo caso si tratta di pittura, scultura, grafica, fotografia, video o di tecniche miste con questi mezzi: la sezione è riservata a studenti del terzo, quarto e quinto anno delle scuole superiori di Monza o a diplomati nel 2013 (sempre in scuole monzesi). La sezione di narrativa è invece aperta a chiunque, per età, residenza o altro. Insomma, tutti. La richiesta è «un racconto scritto in lingua italiana della lunghezza massima di 20.000 battute, spazi inclusi. Il racconto deve essere di propria creazione, realizzato per l’occasione e inedito, cioè non deve essere mai stato pubblicato prima in qualsiasi forma e non deve aver partecipato ad altri concorsi o premi», così come inedita in tutto e per tutto dev’essere l’opera candidata dagli studenti alla sezione d’arte.

La scadenza non è lontana: il 28 febbraio, un paio di mesi e poco più. In palio, premi di 500, 300e 200 euro per ciascuna sezione. La giuria è ancora in via di definizione, ma sarà composta, dicono gli organizzatori del Comitato, «da esponenti del panorama culturale» (tutti i documenti per partecipare e il bando integrale sul sito carlovittone.it).