È finita in tribunale una lite tra vicini scoppiata a Monza nell’agosto del 2012: nel violento contenzioso che si era acceso in una corte della città un uomo di 77 anni, con problemi di udito, sarebbe stato raggiunto da un pugno in faccia che lo ha tramortito, tanto da creargli per alcuni giorni problemi alla vista.
Le cause della violenta lite non sono state chiarite neppure durante l’udienza di lunedì mattina, durante la quale, di fronte al giudice Simona Caronni e al vice procuratore onorario Paola Zimbaldi, ha riferito i fatti l’anziana parte lesa.
Nel processo sono imputati a vario titolo cinque persone tra i 26 e i 60 anni. Proprio il sessantenne sarebbe secondo la ricostruzione della Procura di Monza l’autore materiale del colpo al volto sferrato contro il pensionato di Monza: tutti, sempre secondo la Procura monzese, risultano invece imputati a vario titolo per violenza privata poiché avrebbero impedito al figlio della vittima di accompagnarlo all’ospedale dove avrebbe dovuto ricevere le cure mediche del caso. Il pugno in faccia gli costò cinque giorni di prognosi anche se l’anziano durante l’udienza ha raccontato che i tempi di recupero sarebbero state di almeno una quindicina di giorni.
«Ero sdraiato sul divano – ha raccontato la parte lesa nel procedimento penale – quando a un certo punto ho sentito suonare il campanello. Mia moglie si era affacciata per poi scendere da basso. Gli avevo detto di lasciare perdere e di andare via». Pare che i rapporti tra vicini non fossero idilliaci. Ma nell’agosto nel 2012 qualcosa è andato storto.
«Mia moglie – ha aggiunto – non si decideva ad andare via. Allora l’ho presa per un braccio. A quel punto ho ricevuto un pugno sull’occhio a tradimento. Sono barcollato. Sono salito sopra e ho detto a mio figlio quello che era successo. Gli ho detto di non fare discussioni ma di chiamare i carabinieri e di portarmi in ospedale poiché non vedevo più nulla. Il mio vicino mi aveva colpito attraverso le sbarre del cancello. Ci ho messo 15 giorni prima di tornare a vedere. Non capivo più niente. Ero sotto choc completamente. Hanno cercato di impedire a mio figlio di accompagnarmi in ospedale. Ancora oggi – ha concluso il pensionato – non riesco a capire il motivo per cui erano così arrabbiati. Ancora non so perché sia accaduto una cosa del genere. Non riesco a spiegarmelo». Si torna in aula nelle prossime settimane.