Spada (Assolombarda): “In Brianza servono più strade e meno case”

Il presidente degli industriali, Alessandro Spada, sulle esigenze del territorio per la tenuta economica.
Alessandro Spada
Alessandro Spada

Infrastrutture e servizi per la Brianza, la bacchettata del presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, ad alcuni comuni brianzoli.

Presidente, il tema del momento, in Brianza, è sicuramente quello delle infrastrutture. Quale progetto ritiene sia più importante per le imprese brianzole?
«Pedemontana è sicuramente la priorità. Ma insieme va reso efficiente tutto il sistema infrastrutturale del territorio, attraverso l’accelerazione degli iter approvativi e dei cantieri già avviati. Le infrastrutture e i collegamenti sono infatti fondamentali per puntare davvero sullo sviluppo dell’area metropolitana. Mi riferisco alle reti corte, come le metropolitane, per migliorare la mobilità interna al nostro territorio e i collegamenti con Milano e le aree confinanti, creando maggiori connessioni in tutta la macroarea, ma anche alle reti lunghe che ci consentono di rimanere agganciati ai grandi flussi europei».

Il dibattito è ancora aperto sulla tratta D della Pedemontana. Pare che prevarrà il progetto della versione “breve”, che prevede una connessione con la A4 “anticipata” rispetto al previsto passaggio sull’Adda. Ritiene sia la scelta corretta?
«Sì, purché consenta di collegare in maniera più efficiente il sistema aeroportuale lombardo e di creare una connessione diretta con l’intera rete autostradale regionale. Ma per portarla avanti, la politica locale deve ascoltare tutti senza paralizzarsi di fronte a nessuno. Come imprese non possiamo pagare il prezzo di scelte che la politica non vuole compiere per non alienarsi un pezzo di consenso. Serve quindi da parte di tutti maggiore responsabilità: lo sviluppo non può essere solo immobiliare, come sta avvenendo in alcuni comuni interessati, ma deve essere innanzitutto infrastrutturale, perché è attraverso le grandi opere che connettiamo persone, merci e creiamo sviluppo e lavoro per il territorio. Il tutto in una logica di corretta compensazione per i comuni impattati, come ad esempio l’esigenza di un nuovo ponte sul fiume Adda».

Negli anni diverse sono state le critiche mosse a Pedemontana. L’ex Dg di Apl Umberto Regalia ha proposto di far gestire l’opera direttamente alla Regione, con tariffe più basse per favorirne l’utilizzo. Cosa ne pensa?
«Sul costo dei pedaggi occorre lavorare insieme per definire un sistema di tariffazione integrato con TEEM e BreBeMi, coerente con le esigenze del traffico pendolare e con quello di breve percorrenza. Solo così si potranno cogliere appieno le potenzialità della nuova autostrada».

Parliamo di metropolitane. Il percorso (fermata “Bettola”) della M1 è sempre più accidentato: 36 milioni di rincari e lo stallo dei lavori. Secondo lei sarà possibile rispettare il cronoprogramma?
«I lavori sarebbero dovuti terminare nel 2014 ma ancora oggi ci chiediamo quando l’opera sarà pronta. La M1 a Bettola ha vissuto tutte le problematiche che bloccano le opere pubbliche nel nostro Paese come la farraginosità degli iter procedurali, la frammentazione dei centri decisionali, la complessità dei bandi di gara e i contenziosi interminabili. L’eccellenza del nostro territorio, che si confronta ogni giorno con le principali regioni economiche europee, sconta un gap evidente sull’execution delle opere infrastrutturali. Un problema italiano che si ripercuote anche sulla competitività della nostra area. Le imprese hanno invece bisogno di velocità e chiarezza per connettere Monza e Milano».

Per il prolungamento della M2 fino al Vimercatese lo stallo sembra ancora più netto. Crede in questo progetto?
«In linea generale, le metropolitane sono fondamentali per ridurre il traffico in città e per i conseguenti impatti ambientali. Il tema dell’inquinamento dei nostri territori è reale e non si può affrontare solo con misure come ‘Area B’. Occorre una progettualità di lungo periodo per realizzare un sistema infrastrutturale in un territorio che ne ha quanto mai bisogno. In particolare, il Vimercatese è un’area con numerose imprese, densamente popolato e con elevati livelli di mobilità. Secondo i dati di MM gli spostamenti giornalieri effettuati, escludendo gli attraversamenti, sono quasi 860mila, oltre il 13% con origine o destinazione Milano. Ma l’unica linea di trasporto pubblico locale che serve quest’area è la ferrovia Milano-Lecco. Il prolungamento della M2 a Vimercate rappresenta quindi una necessità per ridurre il traffico e per favorire una mobilità sostenibile. Senza quest’opera le nostre imprese perdono attrattività verso i talenti e le competenze di cui hanno bisogno».

Ci sono altre infrastrutture di cui la Brianza avrebbe bisogno?
«Iniziamo a realizzare le opere che sono già state programmate. Sarebbe già un enorme passo avanti per la competitività del territorio».