Il caso scaturito dalla pubblicazione sul settimanale «L’Espresso» di un servizio che Fabrizio Gatti ha dedicato all’attività affaristica del sindaco Giacinto Mariani continua ad essere elemento di discussione e critica a Seregno. Stamattina, il risveglio in città è stato caratterizzato dal ritrovamento di cinque striscioni, che il comitato «Seregno Libera», sigla fin qui sconosciuta, ha collocato in punti nevralgici del traffico e della vita locale, per chiedere a Mariani di farsi da parte.
Due lenzuoli con la scritta «Sindaco dimettiti» sono apparsi sulla recinzione del cantiere per la riqualificazione della piazza Risorgimento e sul ponticello ciclopedonale che collega la piazza Linate-8 ottobre 2001 al quartiere del Lazzaretto, uno striscione con la scritta «Mariani vattene» è stato sistemato sul ponte ferroviario che scavalca il sottopasso carrabile di via Nazioni Unite, un lenzuolo con la scritta «Sindaco vergognati» è stato posizionato sul cancello del plesso scolastico di via Briantina ed uno con la scritta «Mariani dimettiti» al di sopra del sottopasso stradale di via Sciesa.
L’accaduto evidenzia come la tempesta politica sia tutt’altro che sopita, anche se mercoledì prossimo, nella seduta del consiglio comunale che è già stata convocata per le 21, il sindaco dovrebbe riuscire a surrogare quattro dei sei consiglieri leghisti che hanno lasciato per prendere le distanze da lui in coincidenza con lo scoppio dello scandalo, rafforzando di conseguenza la sua posizione nell’assise.