«Auspico che il Parlamento approvi il più rapidamente possibile» il ddl costituzionale che abroga le province. Lo ha detto il premier Enrico Letta al termine del Consiglio dei ministri di venerdì 5 luglio.
Monza e Brianza è salva o torna in bilico? Dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale del provvedimento che aboliva la riforma delle Province così come prevista dal decreto “Salva Italia” dell’allora governo Monti, Enrico Letta ci riprova. E già venerdì ha presentato in Consiglio dei ministri un disegno di legge costituzionale per la loro abolizione, come annunciato in Parlamento. Lo aveva comunicato giovedì in un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi.
Immediata la reazione dura del presidente dell’Unione province italiane, Antonio Saitta: «La sentenza della Corte Costituzionale restituisce dignità ad una istituzione e a tutti coloro che in questa istituzione ogni giorno lavorano per garantire servizi e diritti ai cittadini – commentato – In un Paese normale, dopo questa sentenza, si dovrebbero abbandonare tutti i toni demagogici e qualunquisti che hanno caratterizzato fino ad oggi il dibattito sulle Province. Invece continuiamo a dovere sentire dichiarazioni di questo tono da uomini di Stato, che conoscono la pubblica amministrazione».
E poi:«Se sceglie questa strada, il Governo dimostra che ancora una volta non si ha alcuna intenzione di riformare davvero il Paese, ma che si cerca solo un capro espiatorio per zittire i cittadini che chiedono, giustamente, un cambiamento profondo».
A questo proposito, il governo intende «salvaguardare i lavoratori» delle province e «le funzioni» di questi enti abrogati con il ddl costituzionale. Lo ha detto Letta nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
(ultima modifica 5 luglio)