Proposta di veto ai farmaci made in Israele, a Paderno scoppia la bagarre

Discussa mozione in consiglio comunale a Paderno finalizzata al riconoscimento dello Stato palestinese
La piazza del municipio di Paderno Dugnano

«Far valutare ad Ages la sospensione degli acquisti di medicinali non salvavita prodotti da aziende israeliane»: si tratta della postilla inserita in una mozione proposta dalla maggioranza e approvata, nell’ultimo consiglio comunale, a Paderno Dugnano, finalizzata al riconoscimento dello Stato di Palestina.

Come avvenuto in tanti Comuni d’Italia in queste settimane, anche Paderno Dugnano ha formalizzato il riconoscimento della nazione palestinese. Del resto, da sempre Paderno è attenta e solidale con il popolo della Striscia di Gaza, basti pensare che il gemellaggio della Città del Grugnotorto con il villaggio arabo-israeliano di Nevè Shalom risale a 25 anni fa e pochi giorni fa il giornalista di Al Jazeera, Al Dahdouh ha fatto visita ufficiale in Comune ricevuto dalla giunta e dalla rappresentanza della comunità islamica di via Meda.

Proposta di veto ai farmaci israeliani, la precisazione della sindaca

Una frase, quella relativa ai farmaci, che ha fatto gridare allo scandalo la minoranza e fatto preoccupare la cittadinanza. Tanto che la sindaca Varisco ha diramato una precisazione poche ore dopo l’approvazione del testo. Anche perché, se realmente attuata, la sospensione della vendita dei farmaci “made in Israele” potrebbe addirittura portare a un danno erariale per il Comune e un danno per i banchi delle rivendite di farmaci della città.

«Farmacie comunali: totale disponibilità dei farmaci – è il titolo della nota a firma della sindaca – Alla luce di alcune recenti dichiarazioni secondo cui nelle farmacie comunali di Paderno sarebbe stata sospesa la fornitura di farmaci prodotti da aziende israeliane, la direzione delle Farmacie comunali precisa l’assoluta infondatezza di tali affermazioni. Quale sia l’esito della valutazione richiesta, non comporta in ogni caso la possibilità di sospensione dei farmaci cosiddetti “etici”, ovvero quei farmaci che richiedono la prescrizione medica». Nessuna distinzione in questo caso, per le aziende che in tutta Italia riforniscono sia medicine salvavita che farmaci generici.