Ospedali, tornano le visite ai parenti ricoverati in ospedale: le regole

Nei reparti di degenza degli ospedali, da giovedì 10 marzo, è consentito di nuovo l’accesso dei visitatori. Con delle regole
ospedale Vimercate
ospedale Vimercate

Nei reparti di degenza degli ospedali, da giovedì 10 marzo, è consentito l’accesso dei visitatori con le seguenti modalità: un unico visitatore al giorno, in possesso di green pass booster, rilasciato dopo la somministrazione della dose di richiamo successiva al completamento del ciclo vaccinale primario, oppure di green pass rafforzato, rilasciato in seguito al completamento del ciclo vaccinale primario e dell’avvenuta guarigione, unitamente ad un tampone antigenico o molecolare negativo effettuato nelle 48 ore precedenti l’accesso; compilazione della check list Covid . Il tempo di permanenza consentito è di 45 minuti al giorno.

Per Asst Brianza le fasce orarie di ingresso, fatto salvo diversi accordi con il personale sanitario dei reparti, è dalle 12.30 alle 13.30 e dalle 18.30 alle 19.30. All’ospedale Pio XI di Desio la fascia oraria di accesso alle degenze è compresa tra le 16.30 e le 19.30.

LEGGI La battaglia per permettere le visite a un parente ricoverato era partita da Monza nel mese di febbraio

È vietato, invece, l’accesso ai possessori di green pass “base”, ottenuto cioè dopo tampone nasofaringeo negativo per la ricerca di Sars CoV 2 ad eccezione però degli accompagnatori di: paziente minore;donna in gravidanza, anche nella fase di travaglio-parto e post partum;utente-paziente ultraottantenne allettato, con barriere linguistiche, con riconoscimento di grave disabilità o in condizioni di fine vita.

“È una giornata importante – ha evidenziato la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti – poiché si è tornati a consentire di incontrare i propri cari in ospedale. L’emergenza ci aveva costretto a interrompere o limitare di molto le visite. Riaperture che però dobbiamo fare in sicurezza. Ecco il senso della delibera di oggi. Un ritorno graduale alla normalità e al contatto umano verso chi è ricoverato in ospedale o in Rsa”.