Monza, sull’ex Buon pastore ancora scintille comitato-giunta

Sono sette le osservazioni presentate dai cittadini al nuovo piano per l'area: l'assessore risponde punto su punto.
I progetti per l'ex Buon pastore di Monza
I progetti per l’ex Buon pastore di Monza

Sono sette le osservazioni mosse dal comitato Salvaguardia Buon pastore al piano attuativo di Monza che riguarda la riqualificazione dell’omonima area, adottato dalla giunta lo scorso ottobre. E già questo è un primo punto critico. «La giunta ha agito in solitaria, senza coinvolgere il consiglio comunale né la cittadinanza su un tema così delicato. Il nostro appello è ai consiglieri di minoranza perché facciano sentire la loro voce e si oppongano a questo progetto», ha spiegato Alessandra Rossi, presidente del comitato.

Ex Buon pastore di Monza: cosa dice il comitato

Ad assisterli da tempo nella battaglia legale intrapresa c’è Emanuela Beacco, che ha illustrato i sette punti critici riguardo il piano attuativo, a cominciare dalla carenza di documentazione pubblica. «Negli atti pubblicati non c’è traccia di molti documenti fondamentali». La ripubblicazione di tutta la documentazione aggiornata, compresi i pareri della Soprintendenza è la prima richiesta avanzata formalmente dal comitato all’amministrazione guidata da Paolo Pilotto.

Più tecnica ma determinante è la seconda osservazione, come spiega Beacco. «L’amministrazione comunale non può approvare piani attuativi che trovino il loro fondamento nelle previsioni di un documento di piano scaduto». Il riferimento è al piano del 2017, scaduto nel 2022 (ma non scaduto secondo l’amministrazione che invece posticipa al 2027 la scadenza del documento di piano, poiché nel 2021 il consiglio comunale ha approvato la variazione delle norme tecniche di attuazione del documento di piano). «Solo portando la discussione in consiglio, che è l’organo deputato a prendere decisioni, si può modificare il documento di piano, lo strumento in grado di stabilire le grandezze edificabili».

Ex Buon pastore: la chiesa panottica e le altezze

C’è poi il polo culturale, il progetto di recupero dell’ex chiesa panottica che diventerà una biblioteca e spazio polivalente. «Nella scheda tecnica non è previsto alcun polo culturale. Anche in questo caso l’operazione è ammissibile solo se la vota il consiglio comunale e non la sola giunta», continua Beacco. Tema centrale dell’obiezione mossa dal comitato sono le altezze dei nuovi edifici, che «superano l’altezza degli edifici circostanti di carattere storico artistico», come recita il decreto ministeriale del 2 aprile 1968. Significa che le nuove costruzioni non potrebbero superare l’altezza di Villa Angela, il fabbricato più importante dell’area, oggi completamente abbandonato. Si richiede poi di sottoporre il piano a valutazione ambientale strategica (Vas) o quantomeno a uno screening di Vas e a valutazione di impatto ambientale. Oltre le osservazioni mosse dal comitato ci sono poi 15 “punti di criticità”, come ha ricordato la presidente Rossi, sollevati dalla commissione paesaggio del Comune.

Ex Buon pastore: che cosa risponde l’assessore

«L’amministrazione ribadisce la piena regolarità dell’iter seguito, nel rispetto delle norme vigenti – ha precisato l’assessore all’urbanistica Marco Lamperti -. La documentazione a supporto del piano attuativo è stata pubblicata secondo le norme vigenti. Il piano non introduce nuove previsioni urbanistiche né diritti edificatori aggiuntivi, disciplina semplicemente ciò che il Pgt e il documento di piano già prevedono per l’area». E riguardo le altezze: «È opportuno chiarire che le norme tecniche di attuazione definiscono il parametro di altezza presente nelle schede come “indicative” e non “prescrittive”. Questo significa che le altezze indicate fungono da parametri di riferimento, ma non costituiscono un limite rigido e inderogabile». E infine: «Il parere della commissione paesaggio è sospensivo solo perché rimanda alle fasi più esecutive che non sono proprie della pianificazione attuativa, ma dei permessi di costruire».

Nei prossimi giorni l’amministrazione darà risposta formale con controdeduzioni. La vicenda Buon Pastore continua.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.