Donne meno richieste degli uomini per le assunzioni nel 2016 in Lombardia.Il 14,4% dei posti sono ritagliati al femminile, circa uno su sette (lo scorso anno la percentuale era ancora più bassa, il 13,8%), meno di quelli in cui è necessario un uomo (25,3%, erano 27,1% nel 2015). C’è una differenza di circa 10 punti percentuali. Più alta la richiesta femminile a Bergamo (19%), Mantova e Pavia (circa 18%), meno a Milano (11,8%). Tanto pesano le donne sulle 142 mila assunzioni previste in Lombardia nel 2016, di cui 66 mila a Milano (su un totale italiano di 767 mila). A Monza pesano per il 14,6 per cento, anche se bisogna rilevare che nella statistica c’è un 59 per cento di genere non rilevato.
Per la maggior parte delle assunzioni, il 60%, è adatto alla pari un uomo o una donna. Preferite le donne nell’abbigliamento, nell’industria dei gioielli, nel turismo, nei servizi operativi, nell’istruzione e nella sanità. Prevalenza maschile nell’industria del legno e del mobile, carta e stampa, minerali, metallurgico e metalmeccanica, gomma e plastica, trasporti e costruzioni. Emerge dai dati della Camera di commercio di Milano – sistema Unioncamere – Excelsior e Ministero del Lavoro.
“La forbice tra uomini e donne per le richieste di lavoro resta ancora ampia – ha dichiarato Federica Ortalli,presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano -. Oggi poter facilitare la presenza femminile sul lavoro significa creare condizioni di carico ed equilibrio tra lavoro e famiglia che possano consentire la conciliazione dei tempi e dei contenuti delle attività”.
Sono 156 mila le imprese femminili in Lombardia su un totale italiano di 1, 2 milioni. 1503 in più di un anno fa ma 17 mila in meno di cinque anni fa. Sono 52 mila a Milano, 22 mila a Brescia, 17 mila a Bergamo, 12 mila a Varese e 11 mila a Monza. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al terzo trimestre 2016.