L’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha scelto Monza e il Centro Maria Letizia Verga per la ricerca e la cura delle leucemie infantili, per trascorrere il pomeriggio dell’antivigilia di Natale.
“Quando visito luoghi come questo dove uomini, donne, bambini sperimentano la fragilità e il limite umano-ha esordito davanti a tutti i protagonisti che hanno reso possibile la nascita di un centro d’avanguardia per la cura dei bambini- mi chiedo quanto questi luoghi di dedizione alla cura hanno da dire alla città”.
“Una città può costruirsi intorno ad una banca, come piazza Affari a Milano-ha spiegato- dove c’è gente che lavora, studia, si applica per produrre denaro; può costruirsi intorno ad una fabbrica, magari di mobili, come qui in Brianza, luogo di lavoro, ricerca, dedizione, ma come sarebbe una città costruita intorno alla fragilità umana?”
Forse avrebbe l’aspetto del Centro Maria Letizia Verga dove medici, ricercatori, pazienti, famiglie hanno stretto un’alleanza.
“Intorno al bisogno dei bambini di essere guariti- ha concluso l’Arcivescovo- si costruirebbe una città diversa, dove c’è chi è pronto ad un trapianto per salvare la vita di un altro, una città dove la benedizione di Dio c’è come speranza di vita che comprende però anche il fallimento, dove il limite è una porta stretta che introduce a luce più grande che apre alla speranza che salva”.
In forma privata l’Arcivescovo ha visitato il reparto, è entrato da solo nelle stanze dei pazienti, poi ha visitato il centro di ricerca Tettamanti e infine ha celebrato una Santa Messa nella cappella dell’ospedale “dove- ha detto- la ricerca, la dedizione delle persone, viene celebrata come alleanza per il bene”.