Massimo Chiozzi è torinese. Tre anni fa si è trasferito a Roma per lavoro. Prima di lasciare il capoluogo piemontese è riuscito a trovare quello che considera un autentico tesoro: una scatola di legno dall’aspetto antico, contenente centocinquanta cartoline postali scritte tra il 1896 e il 1903, tutte spedite in Villa reale a Monza.
«Da sempre sono appassionati di carta storica, mi affascinano le lettere e le cartoline antiche – racconta –. Poco prima di partire per Roma ho avuto da una signora anziana di Torino che conosceva la mia passione, una scatola di legno. Lei l’aveva trovata nella sua soffitta, ma non aveva idea da dove potesse arrivare». La scatola conteneva sette anni di carteggi tra il capitano del regio esercito, Ettore Bornè, e la signorina Luigina Gallotti, residente proprio nella reggia sabauda.
«Sono le cartoline che lui le scriveva dai paesi e dalle città in cui si trova con l’esercito. Ce ne sono alcune che provengono anche da Lugano. All’inizio la chiama “signorina”, poi diventa Luigina Gallotti in Bornè, segno che si sono sposati. Hanno anche avuto una figlia di nome Elena. Presumo sia nata tra la fine del 1901 e il 1902 perché è allora che inizia ad aggiungere ai suoi saluti anche un abbraccio affettuoso alla piccola», continua Chiozzi.
Da tre anni conserva gelosamente le cartoline, sperando prima o poi di riuscire a riconsegnarle ai discendenti di quella famiglia di inizio secolo. «Il mio desiderio è quello di riportare quelle lettere nel loro contesto. Non c’entrano nulla qui a Roma, devono tornare nelle mani dei discendenti della famiglia Bornè, perché quelle cartoline sono parte della loro storia, non della mia, ed è giusto che tornino ai legittimi proprietari», spiega.
E così dopo tre anni di ricerche poco fruttuose, Chiozzi ha deciso di affidarsi ai social e ai gruppi Facebook per chiedere l’aiuto della Rete. Ha scritto anche nel gruppo Sei di Monza se… dove in tanti gli anno dato idee e suggerimenti, spronandolo a continuare nella sua ricerca. «Ho provato a contattare il Consorzio Reggia di Monza e l’Archivio storico di Monza ma non ho avuto molte informazioni utili. Quello che so l’ho trovato da varie fonti. Ho scoperto che Bornè era assegnato al reggimento cavalleggeri Aosta, e che nel 1917 è stato promosso al grado di maggiore per meriti di guerra». Di mamma e figlia però non si sa nulla. Non si conosce nemmeno la grafia di Luigina Gallotti in Bornè. La scatola trovata da Chiozzi, infatti, contiene solo le lettere scritte da lui e conservate dalla sua amata. Quelle di risposta inviate all’ufficiale sono forse andate perdute in qualche caserma.
«Se Luigina abitava in Villa reale sia da signorina e poi da sposata probabilmente faceva parte della servitù della reggia. Mi piacerebbe ricostruire la storia di questa donna e della sua bambina. Sapere, per esempio, cosa ne è stato di loro dopo la morte di re Umberto. Le cartoline dal 1900 al 1903 hanno continuato ad essere spedite a Monza, segno che lei ha continuato ad abitare in Villa reale anche dopo il regicidio. Quello che è successo dopo è per ora ancora un mistero».