Un fiore in Tribunale, un cero a San Fruttuoso. La battaglia per la legalità passa anche dai piccoli gesti che vogliono però essere significativi ed emblematici facendo memoria di figure, persone che hanno pagato con la vita le loro scelte di opporsi alla criminalità organizzata.
È questo il senso della giornata di giovedì 23 maggio che l’Osservatorio antimafie di Monza e Brianza, Libera Monza e Brianza, il Comitato Beni Comuni della Brianza, insieme a «il Cittadino» hanno deciso di promuovere proprio per rilanciare nuovamente da una parte il sostegno alla magistratura monzese da sempre impegnata a contrastare ogni forma di corruzione, illegalità ma sempre di più le infiltrazioni mafiose, in primis la ‘ndrangheta, e dall’altra parte la necessità che tutte le forze sane del territorio facciano argine contro un vero e proprio ‘cancro’ che ne sta intaccando e divorando non solo i valori fondanti ma lo stesso tessuto politico, sociale ed economico.
Continuando così un appuntamento già promosso da qualche anno: nella mattinata di giovedì, dalle 10 alle 12, i cittadini di Monza e della Brianza, sono invitati a portare un fiore in tribunale nel giorno anniversario della uccisione di Giovanni Falcone, della compagna Francesca Morvillo e degli uomini della sua scorta avvenuta a Capaci nel 1992. Nella stessa iniziativa sarà accomunato il ricordo di Paolo Borsellino a sua volta barbaramente assassinato, pure con la scorta, nell’attentato in via D’Amelio a Palermo il 19 luglio dello stesso anno.
L’omaggio ai magistrati caduti nella lotta alla mafia sarà sottolineato da un incontro con il procuratore capo della Repubblica di Monza, Corrado Carnevali, e con i suoi sostituti. La sera dello stesso giorno alle 20,30 partendo dal cimitero di San Fruttuoso in via Marelli prenderà le mosse una fiaccolata che raggiungerà il cantiere nella stessa via dove, la notte del 24 novembre del 2009 venne bruciato il cadavere di Lea Garofalo, uccisa a Milano perché era una testimone di giustizia sottoposta a protezione dal 2002, quando aveva deciso di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco, l’uomo che l’avrebbe attirata in una trappola e quindi assassinata. Una vicenda agghiacciante che e tornata alla ribalta della cronaca anche nelle ultime settimane per le confessioni di un altro pentito davanti alla figlia della Garofalo, Denise, a sua volta testimone nel processo contro gli aguzzini della madre.
I lumini della fiaccolata verranno deposti nelle vicinanze del luogo ove il corpo di Lea Garofalo venne dato alle fiamme e ridotto in frammenti poi recuperati e che ne hanno confermato l’identità.
La fiaccolata che chi scrive aveva pubblicamente proposto qualche tempo fa, ha l’obiettivo di contrastare, proprio ricordando la figura di Lea Garofalo, quella continua e ricorrente tentazione della ‘rimozione’ della presenza della ‘ndrangheta’ nel territorio brianzolo di fatto alimentane la pervasività.
Per questo gli organizzatori auspicano che ai due momenti della giornata siano numerosi i partecipanti, a cominciare dal folto pubblico che ha seguito gli incontri al Binario 7 del Centro Culturale Ricerca tra marzo e aprile sul tema della legalità per finire agli studenti delle scuole monzesi e brianzole dove pure il tema è stato affrontato. Ovviamente è augurabile che anche i rappresentanti delle istituzioni cittadine e del territorio vogliano non solo dare la loro adesione ma significare con la loro presenza l’impegno corale a contrastare ogni forma di illegalità e di criminalità organizzata.
Guarda i servizi degli incontri del Progetto legalità (leggi)
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Progetto legalità: «Col Dio danaro, non può non esserci corruzione»