Meda non ha strutture ricettive, non un albergo, non un affittacamere, nemmeno un posto letto destinato al turismo. I dati forniti dalla Unione artigiani parlano chiaro. Ma Il problema era già sorto qualche anno fa. In occasione di un gemellaggio con altri quattro comuni europei l’Amministrazione si accorse di questa carenza, si dovette optare per mandare gli ospiti fino a Paina di Giussano oppure a Seregno. «Emerse questo problema – ricorda Angelo Marsiglio, presidente degli Amici dell’Arte, naturalmente anche loro coinvolti in quel tentativo di stringere accordi con “cugini” stranieri – credo che sia una lacuna molto grave per la nostra città, ancora più oggi, che Expo è alle porte».
È sempre Marsiglio a ricordare come in passato si tentò di aprire un bed and breakfast in alcune pertinenze di villa Antona Traversi, con la disponibilità dei conti, progetto che però naufragò contro lo scoglio fondi. «I conti chiesero una compartecipazione dei costi di gestione. Non si trovarono finanziamenti e tutto naufragò. Un vero peccato perchè Meda non è assolutamente una città da buttar via, sia dal punto di vista artistico monumentale sia da quello economico. Ci sono qui alcune tra le più importanti aziende del settore del legno, che hanno show room in tutte le città più importanti del mondo».
In passato c’erano degli alberghi, chiusi tutti tra gli anni ’70 ed ’80. «C’erano il Medea e l’Eden – ricorda il vicepresidente della Pro loco Enrico Galimberti – perchè abbiano chiuso non so, e si che siamo alle porte di Milano, in una zona in cui ci sono imprese d’elite».
«L’albergo e ristorante Eden era aperto almeno dai primi del ’900 – aggiunge il presidente Eugenio Boga – c’era anche il ristorante con camere dell’Esposizione artigiana. Gli altri al confronto erano davvero dei semplici affittacamere».