“Enrico ti prego, ovunque tu sia non lasciare solo nemmeno me… senza di te non ce la faccio“. Così scrive Nico Acampora sui canali social di PizzAut ricordando Enrico Celeghin, volontario da sempre dell’associazione che ha creato un modello nazionale, anzi internazionale di inclusione lavorativa per le persone con disabilità, in particolare per le persone autistiche.
Enrico Celeghin è mancato improvvisamente nella notte tra sabato 6 e domenica 7 dicembre e le pizzerie hanno deciso di chiudere in segno di lutto nei confronti di una persona che ha significato tanto nella nascita e nello sviluppo del progetto. “Ciao amico mio, ci vediamo domani mattina“: così Acampora ha ricordato l’ultimo contatto con Celeghin, giusto poche ore fa. “Trascorro con Enrico almeno 16 ore al giorno da quando abbiamo aperto PizzAut. È la persona con cui trascorro la maggior parte del tempo della mia vita, con Enrico vado in vacanza, con Enrico mi confido, con Enrico sogno, con Enrico soffro. Insieme siamo stanchi ed insieme siamo felici“, ha aggiunto.
Lutto a Monza per Enrico Celeghin: i ricordi di Acampora, “è morto un pezzo di me”

E ancora: “Con Enrico infatti ci siamo detti che non ci si può occupare solo dei propri figli ma che PizzAut vuol dire soprattutto occuparsi dei figli che non sono i tuoi. Enrico lo fa tutti i giorni, spesso sta un passo indietro perchè così può guardare tutto e tutti… e occuparsi di tutto e tutti. Enrico non è soltanto un amico e nemmeno un fratello…io ed Enrico siamo parte l’uno dell’altro. Cazzo, parlo di Enrico ancora al presente. Quando questa mattina mi hanno detto ‘Enrico è morto’… è morto anche un pezzo di me“.
Aggiunge Acampora: “Enrico era PizzAut. Anzi, è PizzAut“.