Per Lissone si aggira il “Piantamorte”, grottesco personaggio mascherato, simbolo di una cattiva tutela del verde, che si fa immortalare accanto alle piante (del patrimonio pubblico e privato) che hanno subito gli evidenti danni dovuti al suo passaggio. Un richiamo ironico, ma ficcante, al rispetto del Regolamento del verde approvato dal Comune di Lissone nel 2017 che però, ecco l’accusa che sta portando avanti un gruppo di comuni cittadini, non verrebbe a loro dire pienamente applicato.
La colorita denuncia (ma non è uno scherzo di Carnevale!) sarebbe infatti solo all’inizio e tra coloro che a turno indossano i panni del “Piantamorte” anche l’ex consigliere comunale, Emanuele Sana. “Stiamo girando Lissone e devo dire che gli spunti sono numerosi- afferma Sana – ci siamo resi disponibili a fotografare il verde pubblico e privato che ha una valenza riconosciuta da un Regolarmento che, però, bisogna rispettare”. In una nota stampa, infatti, il portavoce dichiara: “Pensavamo che il Regolamento approvato all’unanimità del consiglio comunale di Lissone ancorasse questa amministrazione ai suoi doveri di tutela del bene comune: degli alberi e del paesaggio. Ma come spesso accade, in Italia occorre aspettare anni per approvare una legge, ma occorre aspettare altrettanto o forse più per rispettarlo e vederlo applicato.
E così il “Piantamorte” è tornato a mietere vittime. E a far strage non solo dei rami, ma anche degli articoli del Regolamento”. Per ostacolare l’attività distruttiva del personaggio mascherato, ecco la ricetta. “Le tante persone sensibili vedono il “Piantamorte” e vorrebbero che fosse fermato-conclude Sana – un’amministrazione comunale che proclama tra i propri valori la tutela e lo sviluppo del verde urbano deve fornire a queste persone degli strumenti adeguati, a partire da un arboricoltore di stanza presso gli uffici e immediatamente operativo”.