Tutto si può dire di Vittorio Sgarbi, ma non che non sia un ottimo professore di storia dell’arte. Ne ha dato dimostrazione anche lunedì1 dicembre, al museo di Lissone dove, invitato dal Lions Club di Desio, presieduto dal lissonese Lorenzo Terlera, ha tenuto una ’lectio magistralis’, presentando il suo ultimo libro ’Gli anni delle meraviglie’.
Al di là di qualche gag nei primi minuti di presentazione, per mantener fede al proprio personaggio ‘televisivo’, con riferimenti a Berlusconi (“ormai è come il conte Mascetti”), il professore ha saputo intrattenere per ore il folto pubblico, spiegando il rinascimento pittorico italiano, da Piero della Francesca a Pontormo, come recita appunto il sottotitolo del tomo secondo della sua opera ’Il tesoro d’Italia’. “Non esistono artisti minori e maggiori – ha sottolineato Sgarbi – ce ne sono di meno conosciuti che hanno realizzato opere veramente pregevoli, dalle intuizioni innovative, dalla fantasia precorritrice di altri dipinti venuti poi in tempi più recenti”.
E così ha paragonato le geometrie architettoniche di Piero della Francesca alle linee ortogonali di Piet Mondrian, l’aspetto quasi inquietante del Giovanni Battista di Nicola di Maestro Antonio d’Ancona con l’iperrealismo di certe visioni attuali, il bagliore del lampo nel cielo plumbeo della Tempesta di Giorgione alle opere degli impressionisti.
Sgarbi non ha mancato qua e là di aggiungere aneddoti e vicende particolari, proiettando anche immagini di opere d’arte contenute nel suo tomo: il trafugamento perpetrato da Napoleone «I suoi generali sapevano cosa scegliere e sceglievano bene» o l’incapacità italiana di trattenere le opere nei patri musei «Il Maestro d’Ancona si può vedere al Carnegie Muesum of Art di Pittsburgh, in America». Ma ha anche ricordato opere visibili nel raggio di pochi chilometri, come la Pala Portuense di Ercole de’ Roberti, a Brera con l’incredibile visione di un paesaggio che si apre sotto il trono della Vergine; o la Pala di San Martino nella collegiata omonima a Treviglio, opera di Bernardino Butinone e Bernardo Zenale dove «la rigida struttura del polittico antico non riesce ad imbrigliare la fantasia degli autori che ne fa un’opera stereofonica, emozionante oltre ogni umano limite».
Al termine della lezione, Sgarbi ha visitato il MAC, incuriosito in particolare dalle opere storiche del Premio Lissone. Il Lions Club di Desio, con i libri che Vittorio Sgarbi ha autografato pazientemente nella serata con soli posti in piedi, si è fatto promotore di una raccolta fondi per il gruppo di associazioni che formano “Alzheimer Cafè” di Lissone.