Si chiudono giovedì 5 ottobre gli interrogatori degli indagati coinvolti nell’inchiesta sulla corruzione in Comune a Seregno. In mattinata, davanti al gip Pierangela Renda è prevista la sfilata dei funzionari dell’ufficio tecnico e dell’ex assessore Gianfranco Ciafrone, tutti raggiunti da misura cautelare come l’ex sindaco di Forza Italia Edoardo Mazza, l’imprenditore Antonino Lugarà, l’ex consigliere comunale Stefano Gatti.
Mazza, difeso dall’avvocato Antonino De Benedetti ha chiesto nei giorni scorsi la revoca della misura, che però il tribunale ha respinto. Lo scandalo giudiziario piovuto su Seregno, di cui ha parlato anche la Bbc nella sua edizione online, ha decapitato la giunta locale, tanto che l’amministrazione della città è stata affidata a un commissario prefettizio.
Da quanto emerge, peraltro, le indagini restano aperte su molti altri filoni, ancora coperti dal riserbo istruttorio. La sensazione è che il lavoro dei pm possa riservare ancora molti altri colpi di scena, già nei prossimi giorni.
Le carte stesse dell’inchiesta, rivelano l’esistenza di molte parti ancora secretate. Molti sarebbero, dunque, gli scenari ancora da svelare in profondità. A partire dal coinvolgimento di molti personaggi, anche della politica, fino ad ora toccati soltanto in modo marginale.
L’inchiesta dei pm brianzoli Giulia Rizzo e Salvatore Bellomo, condotta con i carabinieri della compagnia di Desio e del comando provinciale di Milano, ruota attorno alla figura di Antonino Lugarà, l’imprenditore nel quale si sono imbattuti anche gli inquirenti della procura antimafia di Milano in un’indagine che poi si è inevitabilmente collegata a quella che i pm brianzoli stavano conducendo in autonomia sui presunti rapporti illeciti tra il costruttore, i politici del comune di Seregno (dove sarebbero state realizzate manovre illecite in ambito urbanistico), e un dipendente della procura di Monza infedele, il giussanese Giuseppe Carello (che a Giussano ha ricoperto anche il ruolo di consigliere comunale tra il 2009 e il 2014), finito agli arresti domiciliari.
L’indagine ha alzato il velo anche su presunti rapporti illeciti tra amministratori o figure politiche locali a Senago, e Peschiera Borromeo. In quest’ultimo comune, per esempio, emerge ancora la figura di Lugarà, il quale avrebbe cercato in tutti i modi di non far cadere la giunta locale del Pd, manovrando in questa direzione con un elemento di spicco del partito democratico di Peschiera, perchè, secondo le accuse, “accomunati dall’interesse a costruire una residenza sanitaria per anziani in quell territorio”. Scenario sul quale gli inquirenti, assieme ai carabinieri, stanno effettuando ulteriori approfondimenti investigativi. Così come oggetto di accertamenti supplementari è il filone relativo alla sanità.
Le carte, contrassegnate da molte parti ‘omissate’, quindi ancora coperte da segreto istruttorio, rivelano la “questua” di medici e professionisti dallo stesso Lugarà, affinchè questo intercedesse per trasferimenti o nomine presso il suo ventennale amico Mario Mantovani, ex vicepresidente e assessore alla sanità di Regione Lombardia che in settimana ha lasciato la Commissione sanità del consiglio regionale. Quest’ultimo è indagato a piede libero per corruzione. Molti dunque, gli esponenti del mondo della sanità che compaiono nelle carte. Un intreccio tra mondo imprenditoriale, politico, medico-sanitario, che gli inquirenti non hanno ancora smesso di districare.