Finti finanzieri, ma anche due “fiamme gialle” vere, in servizio a Como, nella banda smantellata dai carabinieri di Milano, Compagnia Duomo, nell’ambito dell’operazione Diamante.
Nove le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse mercoledì mattina nei confronti di altrettanti soggetti, tutti italiani, indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine, reati in materia di armi, ricettazione, uso di segni distintivi contraffatti e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.
Tra loro anche un monzese di 46 anni e un arcorese di 52 anni. Entrambi si occupavano di “logistica” per conto della banda. Il primo, i particolare, di recuperare auto rubate da mettere a disposizione del sodalizio.
Un’indagine partita giusto un anno fa, il 28 marzo del 2014, quando un comando di 5 persone, tutte munite di un falso distintivo della finanza, con il pretesto di dover effettuare un accertamento fiscale, con tanto di finto decreto di perquisizione, fece irruzione in un appartamento di una 60enne milanese. Una rapina in piena regola: i cinque se ne andarono con gioielli e denaro, non prima però di essersi fatti accompagnare nell’appartamento della sorella della vittima, una 57enne residente in via Vincenzo Monti, dove rubavano altri gioielli e monili. Complessivamente un bottino da 200mila euro.
Tutto liscio? Non proprio. Un componente della banda già noto alle banche dati delle forze dell’ordine, ha lasciato una piccola impronta digitale in uno dei due appartamenti. Arrestato, comincia a “cantare”. Tanto che i militari, attraverso pedinamenti e intercettazioni, riescono a sventare una rapina della banda ai danni di una villa di Dalmine. Il padrone di casa è un imprenditore di origine rom. In quell’occasione i militari arrestano in flagranza 4 persone. Anche un lissonese classe ’47. Si erano presentati alla villa con una Alfa Romeo blu simile a un’auto civetta con tanto di lampeggiante acceso, pettorine della Finanza e pistole. Tra loro anche un finanziere vero, 45 anni, un appuntato in servizio presso la Compagnia di Como.
Ma i militari milanesi hanno scoperto anche un altro (tentato) colpo della banda, questa volta a Valenza, Alessandria, sempre a ottobre dell’anno scorso. Nel mirino una azienda di preziosi, la Batazzi Mettali Preziosi. Una volta all’interno, tuttavia, la banda ha notato le telecamere e di un impianto di videosorveglianza ha preferito rinunciare al colpo.
Il titolare, convinto inizialmente che si trattasse di veri finanzieri, si è insospettito e ha avvisato le forze dell’ordine.
Ulteriori indagini hanno permesso di compiere le misure cautelari di mercoledì dove è stato arrestato il secondo vero finanziere in servizio a Como, presente proprio durante la rapina fallita di Valenza.