C’è un testimone per l’incidente del monzese Daniele Casiraghi

«L’ho visto cadere e finire sotto il rimorchio del camion, ha fatto tutto da solo». Un testimone ha risposto all’appello degli agenti della polizia locale di Arcore e ha raccontato come ha visto morire Daniele Casiraghi, il 26enne di Monza deceduto mercoledì 4 settembre sulla tangenziale est che stava percorrendo in sella alla sua moto per andare al lavoro.
Daniele Casiraghi
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«L’ho visto cadere e finire sotto il rimorchio del camion, ha fatto tutto da solo». Un testimone ha risposto all’appello degli agenti della polizia locale di Arcore e ha raccontato come ha visto morire Daniele Casiraghi, il 26enne di Monza deceduto mercoledì 4 settembre sulla tangenziale est che stava percorrendo in sella alla sua moto. Stava andando al lavoro, a Piola, dove faceva il grafico pubblicitario. Secondo il racconto del testimone «Un giovane», dicono gli agenti – Daniele Casiraghi avrebbe perso il controllo della sua moto senza il coinvolgimento di nessun altro mezzo. Forse andava troppo veloce, oppure la caduta è stata causata da un guasto meccanico. Daniele Casiraghi abitava con i genitori e il fratello Moreno in un appartamento di Triante, aveva una grande passione, la pesca, divisa con quella per il calcio. Da qualche tempo complice un infortunio al ginocchio e gli impegni lavorativi, aveva scelto di dedicare più tempo alla pesca agonistica. Aveva perciò chiuso l’esperienza calcistica con la Pro Victoria dove giocava da centrocampista. La pesca, del resto, era un vizio di famiglia. Era una passione che condivideva con papà Carlo, il fratello minore Moreno, lo zio Angelo e il cugino Simone. Lo zio Angelo è presidente della Pescatori Monzesi 1889, il sodalizio pescosportivo più anziano d’Italia. Daniele, proprio con il sodalizio di via Spalto Isolino, aveva iniziato a gareggiare e a collezionare le prime soddisfazioni. Passato alla Fratelli Campana di Solaro, nel 2000, a 14 anni, si era imposto con la nazionale azzurra ai World Fishing Games, il campionato mondiale giovanile. «In questi casi – spiega Silvio Pasquali, agonista monzese della Lloyd Adriatico, amico di Daniele, rivale nelle competizioni – sembra di dire le solite cose scontate. Ma Daniele era davvero un ragazzo speciale, una persona educata e a modo come poche».