A Ruota Libera, l’editoriale del direttore: Dpcm e sadismo burocratico

L’editoriale del direttore Cristiano Puglisi. Al centro il nuovo dpcm che colpisce soprattutto quel popolo di ristoratori, baristi e partite Iva molto numeroso in provincia di Monza e Brianza.
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi

Ci hanno detto che chiudendoci in casa a novembre e dicembre avremmo salvato il Natale. Così non è stato. Ci hanno poi spiegato che immolando le festività saremmo potuti tornare a una situazione di pseudo-normalità dopo l’Epifania. Ma, anche stavolta, si è trattato di un inganno. La ricompensa per questi duri sacrifici accettati con compostezza da famiglie e imprese è stata infatti… l’imposizione di altri sacrifici.

Per carità, massimo rispetto per la necessità di tutelare le fasce più a rischio a causa della pandemia, l’impressione, però, è che le misure che vengono di volta in volta introdotte tra Dpcm e ordinanze siano sempre più emergenziali e senza logica, quando non addirittura venate di sadismo burocratico.

Se ci permettiamo di dirlo da queste colonne, è perché la nostra Brianza è, come noto, terra di partite Iva. E, tra queste, ci sono anche ristoratori e baristi che seguitano a vedersi negata la possibilità di garantirsi il pane quotidiano. Perché questo accanimento? Negli ultimi giorni, proprio tra gli esponenti di questa categoria, è nata un’iniziativa di disobbedienza civile dal titolo #IoApro, subito bollata come irresponsabile. Eppure chiedono, semplicemente, di poter dare da mangiare, non ai propri clienti, ma ai propri figli. Possiamo davvero biasimarli?