Un sms per aiutare i minori di Millesoli

Sino al 25 giugno campagna nazionale della onlus Più Vita, con la raccolta fondi per le “Liste di solidarietà”, elenchi di beni e servizi per i bisogni dei minori assistiti da strutture che si occupano di infanzia in condizioni di disagio. Tra queste la comunità alloggio Millesoli di via Torti a Monza.
Più vita onlus a sostegno dell’infanzia.
Più vita onlus a sostegno dell’infanzia.

Manca un pezzo. E allora serve l’aiuto di tutti per trovarlo; e se proprio non è possibile mettere tutte le tessere al proprio posto e completare così il puzzle, complicatissimo, dell’infanzia in difficoltà, almeno si può indicare la strada e fare un piccolo passo in avanti. Perché la differenza talvolta sta nelle piccole cose. Nasce da questo desiderio la campagna della onlus “Più Vita” a sostegno delle strutture che si occupano di minori in condizioni di disagio in Italia. La onlus è nata nel 2004 (parte di una ong spagnola, Fundacion Mas Vida) con la volontà di occuparsi di cooperazione ed educazione allo sviluppo nei paesi del Sud del mondo. Lo sguardo di lunga gittata della onlus però, con la crisi così pronta a mordere l’Italia e le realtà che qui si occupano di infanzia e adolescenza in difficoltà, ha poi spinto “Più vita” ad accorciare le distanze dell’aiuto. Gli studi odierni evidenziano che sono 3 milioni i minori a rischio di esclusione sociale nella Penisola. Nasce da qui la volontà di dare una mano con il progetto “Completa il futuro” che aiuta quattro realtà italiane, tra cui la comunità alloggio per minori Millesoli di Monza.

È possibile aiutare “Millesoli” dal 19 al 25 giugno con un sms o una chiamata da rete fissa al 45501. I fondi raccolti contribuiranno a finanziare le “Liste di solidarietà”, elenchi di beni e servizi necessari a soddisfare i bisogni dei minori assistiti da strutture che si occupano di infanzia in condizioni di disagio. Le strutture fanno parte della “Rete di solidarietà”, creata da Più Vita onlus per sostenere le attività di case famiglie, centri educativi e di accoglienza e scuole situate in contesti difficili. Le altre strutture in lista sono tutte a Roma: la casa di accoglienza per mamme con bambini “Casa Donata”, la casa famiglia “Iqbal Masih” per minori tra i 4 e i 16 anni e l’istituto comprensivo statale “Mahatma Gandhi” nel difficile quartiere di San Basilio.

Costola della cooperativa sociale Diapason, “Millesoli” ospita attualmente 9 minori fra i 13 e i 16 anni che, trovandosi a dover affrontare situazioni di disagio affettivo e socio-culturale nelle famiglie di appartenenza, vivono l’esperienza temporanea di vita in comunità. La comunità nasce nel 2000, come comunità per bambini da 8 a 14 anni. Poi il passaggio agli adolescenti, forte di un coordinatore, cinque operatori, tirocinanti e volontari (compresi adulti alla messa in prova per piccoli guai, come, ad esempio, la guida in stato di ebbrezza, ndr). I ragazzi ospitati invece arrivano con un decreto del Tribunale dei minori, segnalati dai Servizi sociali del territorio. Restano nella comunità, in media, due o tre anni. «Sempre più arrivano ragazzi grandi (talvolta anche loro con il provvedimento di messa in prova) – spiega Gabriele Gaudenzi, 54enne, di Lesmo, da 4 anni coordinatore di “Millesoli” – e li accompagnamo sino alla maggiore età. Ma il nostro obiettivo è proprio quello di tenerli con noi il meno possibile, perché questo significa che le loro situazioni d’origine di difficoltà si sono risolte». Perché tutti, nella comunità, si muovono all’unisono per cercare di offrire ai ragazzi un contesto di riferimento sereno.

Un dialogo, che non interrompe certo il legame con la famiglia d’origine, ma, anzi, lavora proprio anche per ricostruire un contesto familiare più sereno, partendo dal presupposto che il periodo di allontanamento dal nucleo di origine deve essere solo temporaneo.

Nel frattempo, Millesoli ha dinamiche e tempi identici a quelle di una famiglia. Nessuno può rimanere con le mani in mano. I ragazzi vanno a scuola (medie e superiori). Il pomeriggio, dopo il rientro e il pranzo, con una cucina aperta dalle 13 alle 15 (proprio come nelle migliori famiglie, dove tutti rientrano in orari diversi, ndr), un momento di relax sino alle 16 e poi sotto con lo studio. Niente tv, niente musica: ci si concentra sulla scuola. Alle 20 la cena; prima e dopo, però, c’è chi esce per attività sportive. Poi tutti a nanna, con un paio di operatori che a turno dormono con i ragazzi. E il forte legame che si crea, quasi sempre, non finisce con la conclusione della permanenza in comunità dei ragazzi. Spesso gli educatori e “Millesoli” restano un punto di riferimento, un’ancora a cui aggrapparsi se serve. Perchè famiglie e destini fanno crescere in fretta. Troppo in fretta. E bambini e adolescenti si ritrovano senza rete. L’infanzia non è solo un diritto ma una necessità. Per assicurarla serve l’aiuto di tutti, anche per le piccole cose. Anche con un sms.