Seveso, 15 anni confermati in Appello per il “banchiere della ’ndrangheta”

Quindici anni di condanna pronunciati in primo grado a giugno 2015 confermati anche in appello per il cosiddetto «banchiere della ‘ndrangheta», Pino Pensabene, 50enne originario di Montebello Jonico (Reggio calabria) e residente a Seveso dove aveva l’obbligo di dimora.
Pino Pensabene
Pino Pensabene

Quindici anni di condanna pronunciati in primo grado a giugno 2015 confermati anche in appello per il cosiddetto «banchiere della ‘ndrangheta», Pino Pensabene, 50enne originario di Montebello Jonico (Reggio calabria) e residente a Seveso dove aveva l’obbligo di dimora. La decisione dei giudici della quarta sezione della Corte d’Appello di Milano è avvenuta martedì pomeriggio.

Dalle indagini degli investigatori della Squadra Mobile, che nel 2014 avevano chiamato l’operazione “Tibet”, Pensabene, in un anonimo ufficio di corso Isonzo, aveva impianto una vera e propria banca parallela che gestiva un sistema di credito alimentato da attività illecite della criminalità organizzata calabrese e si occupava anche di giro di usura, estorsioni, e riciclaggio. Il 50enne era stato considerato dalla Direzione distrettuale milanese come il nuovo reggente della ‘ndrangheta di Desio.