Allergia stagionale: come combattere starnuti a raffica e occhi arrossati

Starnuti a raffica, occhi arrossati e naso che sgocciola: mezza città è alle prese con l’allergia di stagione. È il momento della fioritura delle graminacee, della parietaria e anche, novità assoluta per la Lombardia, delle oleacee. Ne parla l’allergologa Francesca Riccobono
Piumini di pioppo sulla strada: portatori di pollini allergenici
Piumini di pioppo sulla strada: portatori di pollini allergenici

Starnuti a raffica, occhi arrossati e naso che sgocciola: mezza città è alle prese con l’allergia di stagione. È il momento della fioritura delle graminacee, della parietaria e anche, novità assoluta per la Lombardia, delle oleacee. Sì, nella nostra regione si sta diffondendo l’uso a scopo ornamentale dell’ulivo. Bello da vedere, simbolo di pace, ma anche esso portatore di pollini che scatenano allergie. Francesca Riccobono, allergologa, ci dà il quadro della situazione dal suo posto di lavoro, il centro specializzato degli istituti clinici Zucchi. «Quest’anno, causa le scarse piogge e le alte temperature -questo il suo esordio – l’afflusso di persone è molto più alto rispetto lo scorso anno».

Così in ambulatorio si crea un via vai di persone impressionante: le tre dottoresse visitano tra le 50-60 persone a settimana, qualcosa come oltre 200 al mese. «La gran parte -spiega – presentano i sintomi di allergia: riniti e asma. La maggior parte, circa il 90% viene sottoposta al test per capire a quali pollini è dovuta l’allergia». L’esame, che si chiama prick test, consiste nella applicazione di goccioline su un braccio e una piccola puntura (aghetto di 1 millimetro) per vedere la reazione, dura pochissimo ed è sostenibile anche dai bambini. Il ponfo rosso che si crea nel luogo della puntura indica la reazione. «Nel giro di 15 minuti -dice Riccobono- abbiamo la risposta». E quindi che succede? «Indichiamo la terapia per debellare l’allergia: si tratta del vaccino, che agisce sul sistema immunitario e fa diminuire l’intolleranza». Se è necessario scavare più a fondo il malato sarà sottoposto ad esami del sangue specifici (rast).

Passiamo all’argomento cura.

«Il primo livello di cura agisce sui sintomi ed è farmacologico. Con gli antistaminici, in compresse e spray nasali, si toglie il sintomo: naso che cola, starnuti, pizzicore. E se ci sono congiuntiviti si associa anche un collirio. Per il vaccino il discorso cambia: la terapia consiste nella assunzione -gocce sotto la lingua – per 4-6 mesi l’anno e per almeno tre anni consecutivi. Occorre iniziare a prenderlo prima dell’insorgenza della allergia e durante. In Lombardia il vaccino è rimborsato dal sistema sanitario, cosa che non accade in altre regioni».

Tutto finito? «Niente affatto -spiega Riccobono -. Il paziente deve sottoporsi almeno una volta all’anno a una visita di controllo: per capire se la terapia funziona. L’allergia può mutare nel tempo». Due annotazioni finali: «L’allergia si sta diffondendo sempre più tra i bambini. Ma può insorgere anche in età adulta, dopo i 70 anni, senza preavviso. Mille i fattori scatenanti, ma sicuramente l’inquinamento dell’aria conta: è dimostrato che le piante in ambiente inquinato producono più pollini. E la Lombardia, la zona urbana, purtroppo…»