Operazione “Dirty soccer”, le intercettazioni sul Monza: «Bingham vuole 100mila euro»

Due le gare “sospette” del Monza secondo la Dda calabrese. I tentativi di taroccare i risultati si svolgono nelle ore immediatamente precedenti alle partite, la ricostruzione avviene attraverso intercettazioni telefoniche contenute nelle carte dell’inchiesta “Dirty soccer”.
Dennis Bingham, il presidente lampo del Monza Calcio
Dennis Bingham, il presidente lampo del Monza Calcio Fabrizio Radaelli

Due le gare “sospette” del Monza secondo la Dda calabrese: la sfida interna con la Torres del 17 dicembre e la trasferta di Bassano di quattro giorni dopo. I tentativi di “combine”, di taroccare i risultati, si svolgono nelle ore immediatamente precedenti alle partite, la ricostruzione avviene attraverso intercettazioni telefoniche contenute nelle carte dell’inchiesta “Dirty soccer”.

Il giorno prima di Monza-Torres, Mauro Ulizio ed Enzo Nucifora (direttore sportivo dei sardi) raggiungono la Lombardia. Il secondo vuole assicurarsi un risultato positivo ma bisogna convincere Dennis Bingham, neo proprietario monzese.

L’incontro tra Ulizio (che a un organizzatore albanese dice: «ma quei tuoi amici che dovevano comprare la macchina sono ancora in Italia?», dove con “macchina” intende la partita) e Bingham avviene in un ristorante di Monza su organizzazione di Morris Pagniello, all’epoca consulente della società che a Ulizio, sempre al telefono, dice: «lui (riferendosi a Bingham) prima di Natale deve avere i soldi sul conto per la ricapitalizzazione della società, 200mila»; «Bene – risponde Ulizio – allora adesso io lo posso aiutare (…) gli devi dire che lui mi deve dare retta, perché domani dobbiamo fare…»; e Pagniello che risponde: «…sì, sì, fai… che lui già sa».

All’incontro presenzia anche Gianni Califano (direttore sportivo del Monza). Si tratta sino a tarda sera: «… sono col presidente, qua sto, ora stiamo barattando» dice Ulizio a Nucifora, che in una successiva telefonata, camuffa la reale trattativa parlando di un inesistente: «contratto di Virdis»..

Ancora Ulizio, riferendo la risposta di Bingham: «Lui ha detto che era una richiesta un po’ particolare… che voleva 100mila euro» e l’altro, che risponde: «tanto le banche sono aperte domani mattina». Ma poi Bingham pare tirarsi indietro: «è duro da convincere su alcune cose», e alla fine non se ne fa nulla: «eh… mi sa che non partiamo (…) si cacano addosso».

Ulizio a quel punto dice a Nucufora, cercando di spiegare il fallimento della trattativa che molti giocatori, vista la situazione della società, vorranno mettersi in mostra in campo per trovare una nuova squadra: «Si impegneranno a morte, avranno tutti il dente avvelenato». E infatti la partita finisce 3 a 0 per il Monza.

Quattro giorni dopo, Ulizio è di nuovo all’opera per cercare di alterare il risultato di Bassano-Monza a favore della prima. Bingham si convince e chiede 120mila euro. Pagniello ha una serie di compiti: convincere Bingham a svincolare quanti più giocatori possibile, trovare il modo di schierare solo chi rimarrà sicuramente e quelli della Berretti, parlamentare con mister Pea (ma in questo caso il tentativo non riscuote successo) ed eventualmente esonerarlo.

Inizialmente la trattativa verte su due “macchine”: «che vengono 50 una e 30 l’altra». Ma poi la dirigenza del Monza chiede: «una Lamborghini (…) vogliono 120mila euro» dice Ulizio. Ma il finanziatore, l’organizzatore della “combine” risponde: «Più di 55mila non spendo».

Pea è inamovibile e a quel punto anche Bingham si tira indietro e non se ne fa più nulla.

E Ulizio si spazientisce e dice che il presidente è inaffidabile: «al momento ti dice sì, ok, poi cambia»; Il giudizio è categorico: «Con il Monza basta .. alla fine non concludi niente».