Le lacrime di Pirovano alla festa di compleanno: «In tanti mi vogliono bene»

L’anno scorso, a febbraio, non era riuscito a trattenere le lacrime quando gli fecero una festa a sorpresa per i suoi 55 anni organizzata dalla famiglia Valli nella concessionaria Yamaha di Lissone. Aveva confidato: «Sto vivendo un momento difficile dal punto di vista fisico».
Fabrizio Pirovano in una immagine della sua lunga carriera in Sbk
Fabrizio Pirovano in una immagine della sua lunga carriera in Sbk

L’anno scorso, a febbraio, non era riuscito a trattenere le lacrime quando gli fecero una festa a sorpresa per i suoi 55 anni. Un festa organizzata dalla famiglia Valli nella concessionaria Yamaha di Lissone e alla quale avevano preso parte i tantissimi amici e tifosi di Fabrizio “Piro” Pirovano: quando aveva aperto le porte dalla concessionaria dove (secondo quanto gli era stato raccontato) avrebbe dovuto incontrarsi con i Valli, si era visto attorniato da centinaia di amici, tifosi, campioni e “addetti ai lavori”. Le lacrime erano diventate ancora più intense quando aveva visto i figli Michela, Francesca e Alessio e ammirato una vetrina allestita in suo onore.


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«È stata una giornata indimenticabile – aveva raccontato Pirovano- Mi hanno fatto emozionare. Pensavo che fossero tutti lì ad ammirare la nuova moto, invece aspettavano me».

«Sto vivendo un momento difficile dal punto di vista fisico ma mi accorgo di essere circondato da persone che mi vogliono bene».

Un campione sul circuito e nella vita, lontano dal gossip, che aveva nutrito la passione per le moto ereditata dal nonno, dal padre e dallo zio. «Agli inizi, quando correvo in Lombardia, i miei amici la domenica mi seguivano nelle gare – aveva detto – poi ho iniziato a girare il mondo e il ritorno a casa era sempre più raro». Corrono veloci i ricordi di quegli anni di un motociclismo ormai scomparso. «Il team e gli sponsor li avevo sotto casa – ricordava – Andavo dai negozianti del paese a chiedere di darmi una mano, e al termine della gare c’era mia mamma Maria che cucinava per tutti».

«Il team e gli sponsor li avevo sotto casa: andavo dai negozianti del paese a chiedere di darmi una mano e, al termine della gare, c’era mia mamma Maria che cucinava per tutti».

E alla domanda se a suo figlio avrebbe permesso di correre in moto, nessun dubbio: «Sì, ma solo se ha talento e grinta. Solo in quel caso potrà avere un futuro nei motori. Non deve avere paura di correre in pista e se cade, rialzarsi, salire subito sulla moto dando il gas». E aveva confidato: «Sto vivendo un momento difficile dal punto di vista fisico ma mi accorgo di essere circondato da persone che mi vogliono bene».