L’alfabeto del Gp d’Italia 2017: H-Z ovvero inglese, meteo, tifosi e sempre Senna

LEGGI Dalla A alla G - L’alfabeto di Monza continua con la seconda parte dalla H alla Z. È un vademecum della sopravvivenza ideato da il Cittadino per la tre giorni in autodromo per il Gp d’Italia numero 88.
Gp d'Italia 2017 a Monza: venerdì 1 settembre
Gp d’Italia 2017 a Monza: venerdì 1 settembre Stefano Arosio

L’alfabeto di Monza continua con la seconda parte dalla H alla Z. È un vademecum della sopravvivenza ideato da il Cittadino per la tre giorni in autodromo per il Gp d’Italia numero 88.


LEGGI L’alfabeto del Gp d’Italia 2017 dalla A alla G

H, come la Honda. Che festeggia i 50 anni dalla prima vittoria, nel 1967. Raccontando la drammatica seconda vittoria con la RA300, in uno stand nel villaggio che ricorda anche John Surtees, scomparso a marzo all’età di 83 anni. “Un eroe che combatté e vinse per la Honda” mezzo secolo fa, spiegano gli stessi rappresentanti della casa giapponese.

I, per la lingua Inglese. Passe-partout nell’enclave d’internazionalità che è l’autodromo, in questa settimana. Con accenti all’insù, per i francesi, o spigolosi come per i tedeschi. Sarà per questa diversa sfumatura di pronuncia che un tecnico Renault, nell’ingresso al paddock, si è sentito rispondere da un addetto alla sicurezza: “Non capisco, sono italiano. Romagnolo”. Chapeau.

L, nel segno di Lancia. Ma anche Maserati, Alfa Romeo, Fiat, Bugatti, Lotus, Ermini, Ballot e Ferrari. Alcuni dei gioielli a quattro ruote protagonisti della parata milanese e di quella del venerdì monzese, con la firma dell’Aci storico.

M, protagonista con il Meteo. Che dopo anni torridi e un’estate da record, rinfresca la routine di Monza con temperature più basse e spruzzate di pioggia. Una variazione sul tema che è la variabilità del cielo e che riporta al 2008 e alla prima vittoria di Seb Vettel. Rosso di sera…

N, sono i New Jersey. Protezioni di accesso che mettono in trincea i camminamenti verso Monza. Tra due ali gialle, si cerca di scongiurare l’allarme rosso. Secondo una conformazione di barriere che hanno avuto un solo precedente, seppur diverso: l’arrivo di Papa Francesco a Monza, in primavera.

O, della sua Onnipresenza. “Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota”, cantava Dalla. “Il mio nome è Ayrton e la mia leggenda continua a crescere”, si tradurrebbe oggi a Monza. Magliette, loghi iconici. E addirittura uno stand, dedicato solo a Senna. Perché il brasiliano è stato e continua a essere qualcosa di più.

P, per il Paddock. Diverso, diversificato, differenziato. Il contrasto col recente passato è delineato, il nuovo corso definito. Da un ingresso piloti con un cordone tifosi transennato per decine di metri oltre il tradizionale imbuto dopo il sottopasso. Con cartelloni pubblicitari e diversa disposizione dei motorhome, per segnare un punto di rottura anche a livello di immagine.

Q, della qualità. Si parla di immagine e la gratificazione degli addetti ai lavori è una leva che fa gola. Sarà per questo che la sala stampa affianca al banqueting anche risi, minestre e panini confezionati. Farcire i ristori per infarcire di gusto parole di tv, giornali e radio.

R, sul Rosso. Come il tappeto, che in senso non figurato, conduce al paddock. Letteralmente inchiodato all’asfalto che si apre sull’area dei motorhome e, guarda caso, sullo spazio rosso Ferrari. Suggestioni cromatiche infuocate da una speranza: quella di rivedere un Cavallino in cima al podio.

T, per i Tifosi. Perché sono loro i veri eroi, come sempre. Ore di scarpinate, portafogli più leggeri, posizioni scomode e lunghe attese. Tutto per il sogno di vedere appagata una speranza, che proprio di rosso è ammantata, almeno per i più. La scelta di riavvicinare il popolo della Formula 1 ai suoi attori, già adottata dai signori di Liberty Media, è la cosa più saggia che si potesse fare.

U, come gli Ufo (o B bis come biciclette). Sarebbero dovute essere delle mosche bianche, bandite dal piano sicurezza. In realtà più di una se n’è vista. Sono le biciclette, che da oggetto non identificato sono – proprio nella loro presenza – un’entità esigua e proprio per questo ancor più evidente.

V, perché Verde. Il tappeto sintetico che nasconde ghiaia e polvere nel villaggio dà un tocco d’ordine che non solo non stona, nel verde naturale del Parco. Ma dona un’eleganza diversa e un segno di attenzione in più al tifoso che si ferma a comprare gadget, provare i simulatori e rendere viva Monza.

Z, come lo Zingaro. Perché tale è il cuore di Pipe Massa, dodici mesi fa commosso nell’addio alla sua ultima Monza da pilota. Un anno dopo è di nuovo qui a casa, perché l’anima nomade che insegue la velocità ha comunque radici che non estirpa. E le sue sono proprio qui (GUARDA L’intervista a Massa in occasione del PIt Stop alla Solidarietà)

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