L’addio a Giorgio Albani: Monza ha salutato il professore del ciclismo

FOTO - VIDEO Parenti e amici, conoscenti e colleghi. E poi sportivi, professionisti e dilettanti. Era colma la chiesa di Regina Pacis a Monza, dove nel primo pomeriggio di venerdì si sono svolti i funerali di Giorgio Albani, il professore del ciclismo.
Monza, i funerali di Giorgio Albani
Monza, i funerali di Giorgio Albani Fabrizio Radaelli

Parenti e amici, conoscenti e colleghi. E poi sportivi, professionisti e dilettanti. Era colma la chiesa di Regina Pacis a Monza, dove nel primo pomeriggio di venerdì si sono svolti i funerali di Giorgio Albani, il professore del ciclismo. Professionista, prima, e vincitore, tra il 1949 e il 1959 di tante tappe del Giro d’Italia e di un titolo di campione italiano. Primo manager del pedale, poi, e inventore del ruolo di direttore sportivo moderno con una collaborazione davvero vincente con Eddy Mercks, portato nel ’71 alla Molteni di Arcore.

Albani era nato in città il 15 giugno del 1929, è scomparso nella prima mattina di mercoledì 29 luglio.

«Ha dedicato la vita a far arrivare primi gli altri, perché arrivassero primi tutti. La sua semplicità, la sua sobrietà e il suo spirito di servizio sono i valori che ci ha trasmesso, e che noi ora dobbiamo continuare a far vivere» ha dichiarato padre Giuseppe Barzaghi durante l’omelia.

Alle esequie tanti nomi noti dello sport. Da Gianni Bugno, che Albani aveva visto crescere fin dall’esordio tra i dilettanti, a Franco Cribiori, ai suoi atleti alla Molteni Gianni Motta, Davide Boifava e Michele Dancelli, al ds Gianluigi Stanga fino al direttore del Giro d’Italia Carmine Castellano. Presenti anche il sindaco Roberto Scanagatti e il consigliere delegato allo sport Silvano Appiani.

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«Grazie per tutto» è stato il semplice saluto di Federico Gerosa, vicepresidente del Pedale Monzese e di tutto lo sport cittadino. La società era presente in chiesa con lo stendardo, accanto a quelli del Panathlon, dell’Unione società sportive monzesi e della Brianza e della società dilettantistica cittadina St Joseph.

Non c’era Eddy Merckx. Un suo ricordo è stato pubblicato dalla stampa belga: «Sapevo che era malato da tempo, ero ancora in contatto con lui anche se ovviamente molto meno di quando correvo. È stato il miglior capo squadra che abbia mai avuto perché ha sempre mantenuto la pace in qualsiasi circostanza. È stato il capo numero uno e lo sponsor Molteni aveva giustamente un sacco di rispetto per lui, per il Professore».