La Superbike ora rivuole MonzaPresto un pilota all’autodromo

Il presidente Sias, Andrea Dell’Orto: «È importante sottolineare che Monza rivuole la Superbike. Ma la nota positiva è che anche la Superbike rivuole Monza». Ma servono modifiche di sicurezza al tracciato dell’autodromo. E sarà un pilota a suggerire quali.
Andrea Dell’Orto tra Federico Bendinelli e Ivan Capelli durante il Gp d’Italia
Andrea Dell’Orto tra Federico Bendinelli e Ivan Capelli durante il Gp d’Italia

Una stretta di mano con Carmelo Ezpeleta, numero 1 della Dorna. E un colloquio con Javier Alonso, vertice della Superbike. Andrea Dell’Orto, presidente Sias, torna dal weekend MotoGp a Misano e mostra il pollice alto. «Già mi conoscevano, ma era importante presentarmi anche in questa mia nuova veste. È importante sottolineare che Monza rivuole la Superbike. Ma la nota positiva è che anche la Superbike rivuole Monza».

Non dal 2015, però, ma dall’anno successivo. «Prima ci sono da approntare alcune modifiche per la sicurezza. La Dorna, organizzatrice sia della MotoGp che della Superbike, ha alzato l’asticella rispetto alla gestione Flammini», spiega Dell’Orto. Che con la sua azienda è fornitore unico di carburatori per la Moto3 e che nel ponte che porta alla Dorna, vede ovviamente una strada verso il rilancio a lungo termine. E non solo per il Mondiale Superbike, con cui il contatto era stato interrotto dopo gli incidenti e le bolle in pista, con la conseguente caduta di immagine di Monza anche nella considerazione dei piloti. Pista pericolosa, troppo veloce, con necessità di alcuni interventi di messa sicurezza disseminati tra Parabolica, Prima variante, Ascari e Roggia. «Occorre fare degli interventi sul tracciato, per i quali sono già in contatto con un pilota italiano di primo livello. Con lui formalizzeremo proprio nelle prossime settimane il piano di lavoro per accogliere le indicazioni del mondo delle ruote. Senza dimenticare che Monza è il tempio sacro della Formula 1», conclude Dell’Orto.

Ma la gara per il futuro dell’autodromo si corre anche su altri due fronti. Quello giudiziario, con l’avvio del processo per la “gestione criminale” dell’impianto. E quello più strategico della riorganizzazione degli assetti manageriali e dei consigli d’amministrazione di Acm e Sias.

E se a inizio settimana la Ferrari ha effettuato test top secret, con tribune e vie di accesso al paddock completamente blindate, in autodromo si attende innanzitutto il ritorno di Ivan Capelli, a Singapore per il commento Rai del Gp. Alla presenza del presidente Acm, verosimilmente nella giornata di martedì, verranno prese in considerazione innanzitutto le scadenze dei contratti al 30 settembre. Quelli di Alfredo Scala, Fabrizio Turci e Federico Bendinelli. Una dirigenza con la valigia che verrà sostituita pressoché in toto, ma solo dopo che il consiglio dell’Automobil club Milano approverà la cooptazione del quinto membro. Sarà infatti quello il primo passo per una riorganizzazione che, intrecciandosi anche con quanto emergerà dal secondo filone dell’inchiesta della Procura, porterà a una ridefinizione degli assetti in autodromo.